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Zampa (Pd): “È propaganda su pelle cittadini, servono risorse”
18 LUG -

“Questo decreto avrebbe dovuto dare risposta a un problema drammatico come le liste di attesa: 10 mln di prestazioni inevase, 4 mln di persone che rinunciano a curarsi. Il governo ha annunciato il provvedimento a gennaio e lo ha licenziato il 7 giugno in pompa magna, presentandolo come la rivoluzione. Siamo difronte invece a una grande presa in giro, non nei confronti dell’opposizione sempre disponibile a discutere sulla salute dei cittadini, ma nei confronti degli italiani, dei medici del Servizio Sanitario Nazionale e dei lavoratori della sanità. Lo bocciamo perché è un decreto affrettato, di propaganda pre-elettorale, vessatorio, insincero e in gran parte inadeguato rispetto alla necessità di aggredire il problema, sostenendo davvero il Ssn. Presto i cittadini italiani avranno modo di verificarne l’inefficacia, ma purtroppo lo faranno sulla propria pelle o a proprie spese se potranno permettersi di rivolgersi a pagamento alle strutture private uniche beneficiarie delle politiche della destra. E non basterà più la propaganda”.

Lo ha detto la senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Pd nella Commissione Affari sociali, sanità, lavoro.

“Il decreto – ha proseguito Zampa - si concentra solo sui sintomi e non sulle cause delle liste d’attesa. Pensate davvero che senza soldi, con una progressiva riduzione delle risorse già insufficienti per la sanità e chiedendo al personale di fare di più, senza mettere mano al tetto di spesa sul personale istituito nel 2005 dal governo Berlusconi si possa andare da qualche parte? Le liste di attesa dovrebbero essere affrontate con un complesso di interventi sul personale, come le retribuzioni, le condizioni lavorative, le mansioni, l’organizzazione delle attività, la formazione, le possibilità di carriera e sulle risorse finanziarie in grado di permettere un funzionamento più snello del Ssn.  Sul piano del metodo basta richiamare lo scontro molto duro tra governo e regioni, uno scontro che lascia esterrefatti perché prodotto da una maggioranza politica che da un lato approva una riforma dell’autonomia che negherà ai cittadini un diritto eguale alla salute e dall’altro afferma forme di controllo e sanzione contro le regioni, senza per altro mettere a disposizione ciò di cui necessitano per fare quello che serve: risorse finanziarie e di personale”.
 

18 luglio 2024
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