“Abbiamo atteso per mesi questo decreto, annunciato dopo bilancio e avevamo tutti grandissime aspettative. E soprattutto ce le avevano i cittadini italiani, che aspettano da mesi o anni di poter fare una visita o un esame. Ma in questo testo, di concreto purtroppo non c’è niente, si tratta di una scatola vuota, senza norme di sostanza né interventi sui problemi. Solo un cerotto per coprire una voragine. Una scatola che è stata ulteriormente svuotata dopo che l’articolo 2 è stato completamente stravolto dopo la sonora bocciatura delle Regioni. Ma nei mesi precedenti il governo non ha pensato di confrontarsi con loro? La realtà è questo esecutivo non dialoga con nessuno. Un governo che procede con il paraocchi, partorendo disastri nel peggiore dei casi o provvedimenti inutili nel migliore. In questo caso, si è trattato di fumo negli occhi dei cittadini in vista delle elezioni europee. Potrei gioire della palese incapacità della maggioranza, ma i suoi disastri hanno effetti diretti e immediati sulla salute dei cittadini. La verità è che si sarebbe dovuto intervenire sulle reali cause del problema: dalla mancata programmazione sul personale sanitario alle modalità di accesso alle scuole di specializzazione in modo da coprire tutte le specialità, fino all’adeguamento degli stipendi di medici e infermieri al costo della vita per trattenerli in Italia e impedirne la fuga all’estero. Non è stata accettata nessuna delle proposte delle opposizioni, a partire dalla definizione di una penalizzazione sulla retribuzione di risultato dei direttori generali delle Aziende Sanitarie che non raggiungono gli obiettivi. In definitiva, la montagna ha partorito un topolino. La maggioranza se la prende con il Titolo V, ma la verità è che si è sempre opposta a modificarlo. Se il governo avesse davvero a cuore il meglio per i cittadini italiani, potrebbe fare quello che proponeva Meloni nel 2014: una completa rivoluzione del Titolo V, cancellazione di province e regioni e più centralismo. Ma parliamo di patrioti a singhiozzo, che non sanno dove stia di casa la coerenza”. Lo dichiara in Aula Elisa Pirro, senatrice del Movimento 5 Stelle, intervenuta a Palazzo Madama in occasione della discussione generale sul decreto liste d’attesa.