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Onotri (Smi): “Servono soluzioni strutturali alla carenza di medici di famiglia e ospedalieri”
24 MAR - “Per gli ospedali e le aziende sanitarie ci aspettiamo dal Governo misure che affrontino davvero i problemi e le criticità che vivono i medici ospedalieri e la dirigenza sanitaria. A tal fine chiediamo di stornare il 5% delle risorse dell’attività libero professionale del fondo di perequazione, prevalentemente verso il sistema di emergenza urgenza e verso il pronto soccorso. Proponiamo una forte l’incentivazione economica dei medici di PS e di emergenza urgenza; per il lavoro della dirigenza sanitaria una detassazione di una a parte dello stipendio, altrimenti come si potrà a competere con la sanità privata e con chi con un reddito di 85.000 euro paga il 15% di flat tax?”. A dirlo, in una nota, è Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Italiani (Smi), che commentando l’intervista alla Stampa del ministro della Salute, Orazio Schillaci, osserva come “non affronta uno dei nodi fondamentali del Servizio sanitario nazionale: come si farà fronte alla mancanza drammatica di medici di medicina generale e di quelli ospedalieri nel nostro Paese”. 

Lo Smi, su questo, ha le sue proposte. Tra queste, l’auspicio riguarda anche “scelte governative sulla parità di genere nell'ambito delle aziende ospedaliere e sanitarie. Occorrerebbe puntare all'obiettivo di incentivare le aziende sanitarie e ospedaliere ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità, con la necessità di prevedere modalità di lavoro flessibile”.

“Le Case e gli Ospedali di Comunità previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – osserva Onotri - rischiano di diventare cattedrali nel deserto senza personale medico perché stiamo andando in fretta verso una vera emorragia di 45.000 medici in 5 anni. Questo è quello che si determinerà in Italia per effetto dei pensionamenti e che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici del Servizio Sanitario Nazionale. Il dato grave è quello che le uscite stimate per effetto dei pensionamenti non saranno comunque bilanciate dalle presumibili nuove. Di questo il Ministro Schillaci dovrebbe preoccuparsi”.

“I medici non ci saranno – sottolinea il segretario generale dello Smi - perché in questi ultimi anni la programmazione universitaria dei posti per formare medici di famiglia ha avuto il respiro corto, e in più non si è tenuto conto della gobba pensionistica, annunciata da anni, e che arriva ora al suo culmine, senza considerare che servono almeno dieci anni, per formare un medico tra laurea e specializzazione”.

Per Onotri “il tempo per la sostenibilità della sanità pubblica è ormai sempre più ridotto. Occorre che nel Paese sindacati, associazioni, società civile insieme lottino per la difesa del Ssn. È giunto il momento di costruire una grande giornata nazionale unitaria a difesa del servizio sanitario pubblico”.
24 marzo 2023
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