19 DIC - La CISL e la Federazione CISL Medici esprimono in una nota congiunta “la propria ferma contrarietà alle soluzioni avanzate da parte di alcune regioni italiane per contrastare la carenza dei medici ospedalieri. Dopo anni inutilmente sprecati, mentre il Sindacato responsabilmente denunciava l'insostenibilità a lungo termine delle scelte politiche e delle mai troppo criticate azioni di "taglio lineare", ecco che molti quasi si stupiscono se il SSN italiano agonizza”.
“Le soluzioni prospettate – prosegue il comunicato - , cioè quelle di inserire nelle strutture ospedaliere personale medico privo della specializzazione, di richiamare in servizio personale già in quiescenza o addirittura mantenendo in servizio i medici fino a 70 anni sono soluzioni inopportune e gravi che dovranno essere necessariamente riconsiderate e sulle quali esprimiamo la nostra decisa contrarietà non escludendo alcuna forma di iniziativa finalizzata a contrastarle”.
“Pensare – continuano i sindacati - con questa iniziativa di tamponare l'emergenza, denuncia una malcelata volontà di perpetuare una situazione di crisi senza alcuna reale intenzione di porre rimedio alla genesi del problema : personale numericamente ridotto, posizioni lavorative poco attrattive, condizioni di lavoro stressanti e spesso pericolose per la propria incolumità e della qualità della prestazione (è utile sottolineare il numero sempre crescente di aggressioni che hanno ad oggetto i medici ed i professionisti della sanità), e - a monte di questo - le miopi previsioni degli accessi alle scuole di specializzazione, cioè una mancata visione sinottica della sanità italiana, in spregio al dettato costituzionale dell'art.32 che registra la perdurante carenza di posti a disposizione per le specializzazioni”.
“Ecco – rilevano - che i LEA non potranno essere garantiti e neppure avvicinati, ecco che la soluzione rischia di essere persino peggiore del problema stesso, ecco che i cittadini pagano tasse per servizi che non ricevono e si allontanano dallo Stato che non li tutela ricorrendo al servizio privato a pagamento non accessibile a tutte le fasce di popolazione”.
La CISL e la CISL Medici chiedono “una seria analisi dei fabbisogni, una adeguata previsione formativa dei giovani medici, una coraggiosa azione di investimento in favore del SSN che deve essere garantito a tutti, solidale e all'altezza delle prestigiose tradizioni mediche italiane, nonostante tutto ancora eccellenti e universalmente riconosciute tra le migliori al mondo, nonostante le crescenti difficoltà”.
In mancanza di precisi impegni in tal senso e qualora perdurasse tale “colpevole miopia”, la CISL e la CISL Medici “metteranno in atto tutte le azioni utili ad evitare la rovinosa china che la sanità, in alcune regioni ha intrapreso rischiando di minare lo stesso diritto alla salute dei cittadini”.