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Aviaria. Vaia: “Attualmente il rischio di circolazione in Italia risulta basso. Nessun allarme”
"Il virus circolante negli Stati Uniti, inoltre, risulta diverso dai genotipi circolanti in Europa e in Italia, dove, allo stato attuale, non sono stati registrati casi nei bovini. A livello nazionale sono comunque in corso indagini retrospettive per valutare se si siano verificate pregresse infezioni nei bovini da latte". Questo quanto emerso da un Gruppo di esperti riuniti dal ministro Schillaci a seguito del riscontro dell’infezione da influenza aviaria in due persone negli Usa.
28 MAG -

“Non c’è allarme aviaria in Italia. L’attenzione del Ministero della Salute e della comunità tecnico-scientifica resta alta per monitorare la diffusione a livello internazionale, aggiornare le valutazioni del rischio a livello nazionale e valutare azioni di preparazione sul territorio nazionale”.

È quanto afferma il Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia, a seguito della riunione del “Gruppo di esperti per la definizione del funzionamento della rete nazionale dei laboratori pubblici umani e veterinari per l’individuazione precoce della circolazione di ceppi di virus influenzali a potenziale zoonotico”, istituito nell’ambito dell’implementazione del piano per una pandemia influenzale.

Il gruppo è stato convocato il 27 maggio dal Ministero della Salute per valutare il rischio di diffusione del virus negli animali nel nostro paese e il rischio di trasmissione all’uomo a seguito del riscontro, avvenuto negli Stati Uniti, dell’infezione da influenza aviaria in due persone, casi tra loro indipendenti, in concomitanza con un’epidemia nei bovini da latte che sta coinvolgendo numerosi allevamenti in diversi stati negli USA.

In Italia, al momento, il rischio di diffusione del virus dell’influenza aviaria negli animali risulta basso: l’ultimo caso è stato registrato in tacchini da carne a febbraio di quest’anno.

Il virus circolante negli Stati Uniti risulta diverso dai genotipi circolanti in Italia, dove, allo stato attuale, non sono stati riportati casi nei bovini né nell’uomo.

28 maggio 2024
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