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Verso la manovra. “Ben venga la tassazione del gioco online per reperire ulteriori risorse per la sanità”. Il question time di Schillaci al Senato
"Ben venga ogni iniziativa parlamentare finalizzata ad individuare ulteriori fonti di finanziamento, quale ad esempio quella citata dagli interroganti, approvata in relazione all'atto del Senato di delega del Governo per la riforma fiscale, che individua nell'ambito della futura attuazione della delega di cui all'articolo 13 un possibile incremento derivante dall'aumento dei canoni di concessione per il gioco online". Così il ministro della Salute rispondendo a Zaffini (FdI).
14 SET -

"È in corso una serrata e proficua interlocuzione nel Governo, soprattutto con il Ministero dell'economia e delle finanze, affinché la prossima legge di bilancio destini ulteriori e importanti risorse al sistema sanitario nazionale da rivolgere anche al miglioramento del trattamento economico dei professionisti del settore pubblico che deve essere reso più appetibile e all'abbattimento delle odiose liste d'attesa.

In questo senso ben venga ogni iniziativa parlamentare finalizzata ad individuare ulteriori fonti di finanziamento, quale ad esempio quella citata dagli interroganti, approvata in relazione all'atto del Senato di delega del Governo per la riforma fiscale, che individua nell'ambito della futura attuazione della delega di cui all'articolo 13 un possibile incremento derivante dall'aumento dei canoni di concessione per il gioco online.

Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel corso del question time di oggi pomeriggio in aula al Senato, ha risposto all'interrogazione del presidente della commissione Sanità del Senato, Francesco Zaffini.

Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.

"Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli senatori che mi danno modo di tornare su un tema che, come Ministro della salute e come medico, mi sta particolarmente a cuore: quello del giusto livello di finanziamento del nostro sistema sanitario nazionale, tema tuttavia che è stato e viene ancora utilizzato da taluni in maniera erronea e fuorviante.

In termini di valore assoluto, il finanziamento del fondo sanitario nazionale standard ha vissuto stagioni non troppo lontane di valori negativi in cui il fondo nazionale è stato effettivamente tagliato o definanziato. Come giustamente sottolineato dagli interroganti, il fondo ha visto incrementi annui in valore percentuale negativo dello 0,89 nel 2013, del meno 0,19 nel 2015, appena dello 0,73 nel 2018 e dello 0,94 nel 2019. Di contro la prima legge di bilancio del Governo nel 2023 ha previsto un incremento del fondo sanitario nazionale. Al comma 535 dell'articolo 1 è disposto che il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard è incrementato di 2 miliardi e 150 milioni per l'anno 2023, 2 miliardi e 300 milioni per l'anno 2024, 2 miliardi e 600 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025.

Inoltre per l'anno 2023 l'articolo 8 del decreto-legge n. 34 del 2023, convertito dalla legge 26 maggio 2023, n. 56, ha ulteriormente finanziato per un miliardo e 255 milioni di euro la spesa sanitaria nazionale, in parte per far fronte alla problematica del cosiddetto payback dei dispositivi medici, anche questa ereditata dai Governi precedenti, in parte per implementare la tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive, anticipare l'indennità nei servizi di emergenza e urgenza al fine di contrastare il fenomeno del ricorso ai cosiddetti medicini gettonisti.

In effetti per l'anno corrente si è registrato, nonostante le oggettive difficoltà economiche, un incremento inedito di oltre 3 miliardi di euro dal livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale pari a circa il 3 per cento, inferiore solo a quello registratosi nell'anno 2020 a causa dello straordinario sforzo finanziario richiesto per fronteggiare i maggiori costi legati all'emergenza Covid.

Devo inoltre ricordare che nell'ambito del PNRR per l'attuazione delle Missione 6 salute, è previsto un finanziamento pari a 15,63 miliardi di euro ai quali si sommano 1,71 miliardi del fondo React-EU e 2,89 miliardi di euro del fondo complementare. L'investimento prevede l'acquisto di nuove e grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico, digitalizzazione di ospedali, istituzione di case di comunità, ospedali di comunità e centrali operative e territoriali. Tutte azioni in continuità e coerenti con gli investimenti previsti nel Patto della salute.

Si tratta quindi di risorse nel complesso importanti, che riteniamo però ancora necessario implementare per garantire un livello di qualità elevata del Servizio sanitario nazionale e di risposta ottimale ai bisogni di salute della collettività.

Per questi motivi è in corso una serrata e proficua interlocuzione nel Governo, soprattutto con il Ministero dell'economia e delle finanze, affinché la prossima legge di bilancio destini ulteriori e importanti risorse al sistema sanitario nazionale da rivolgere anche al miglioramento del trattamento economico dei professionisti del settore pubblico che deve essere reso più appetibile e all'abbattimento delle odiose liste d'attesa.

In questo senso ben venga ogni iniziativa parlamentare finalizzata ad individuare ulteriori fonti di finanziamento, quale ad esempio quella citata dagli interroganti, approvata in relazione all'atto del Senato di delega del Governo per la riforma fiscale, che individua nell'ambito della futura attuazione della delega di cui all'articolo 13 un possibile incremento derivante dall'aumento dei canoni di concessione per il gioco online.

Quanto ai parametri per valutare il giusto livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale, sento comunque di dover precisare che in ogni caso l'incidenza sul PIL è un indicatore ambiguo perché, essendo un rapporto, dipende anche dall'andamento del PIL stesso. Infatti quando si parla della necessità di portare la percentuale del finanziamento corrente sopra il 7 per cento del PIL, come è accaduto nel 2020, occorre anche tener conto che in quell'anno il prodotto interno lordo nazionale era crollato di sei punti percentuali, salvo poi risalire negli anni successivi che hanno visto quindi diminuire l'incidenza del finanziamento corrente".

La replica di Zaffini. Signor Ministro, ovviamente mi dichiaro ampiamente soddisfatto della risposta perché, peraltro, sgombra il campo da quello che è un equivoco che viene continuamente raccontato: la percentuale sul PIL, famigerata o fatidica dell'anno del Covid, che evidentemente - essendo la percentuale una frazione di un prodotto interno lordo calato di quasi il 9 per cento in quegli anni - dava un risultato più alto.

Noi dovremmo semmai parametrare l'attuale percentuale sul PIL alle percentuali degli anni ante Covid che si attestavano intorno al 6 per cento.

Ministro, mi concentro però sulla necessità che rilevo nella sua risposta di prevedere - proprio per la condizione del nostro Servizio sanitario nazionale consegnataci dopo anni in cui abbiamo assistito a tetti di spesa, blocchi del turnover e delle professioni sanitarie, sottoretribuzione dei nostri professionisti della sanità e turni massacranti a cui li abbiamo sottoposti, e per le sue grandi difficoltà, ad oltre quarantaquattro anni dal disegno della sua architettura - una fonte di finanziamento ulteriore autonoma rispetto alle nostre leggi di bilancio; una parte finalizzata a sistemare nei prossimi cinque-dieci anni il livello di finanziamento del nostro fondo sanitario nazionale che reputo essere indispensabile per mantenere la nostra sanità in linea con le sfide e le richieste di cure che vengono dalla nostra cittadinanza.

14 settembre 2023
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