Carenza farmaci. Cresce in Europa la preoccupazione per l’eccessiva dipendenza da fornitori di principi attivi extra-Ue. La relazione Hera
Ll’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) della Commissione Ue ha analizzato la situazione per 11 farmaci degli
oltre 200 considerati ad alto rischio carenza. Tutti gli 11 prodotti esaminati (alteplase, amoxicillina, amoxicillina/acido clavulanico, benzilpenicillina benzatinica, clonazepam, fludarabina, glucagone, vaccino contro l'epatite B, rifampicina, verteporfina, vincristina) provengono per oltre il 30% da un singolo Stato o produttore. Per 4 medicinali vulnerabilità particolarmente elevata.
IL REPORT
12 LUG - La significativa dipendenza dai fornitori di principi attivi extra-Ue rende pericolosamente vulnerabile la catena di approvvigionamento di farmaci in Europa. Forniture che potrebbe interrompersi in qualsiasi momento a causa di questioni geopolitiche, restrizioni commerciali o problemi di produzione. Per questo è necessario aumentare la resilienza del sistema, attraverso, ade esempio, strategie mirate di diversificazione dei siti produttivi per mitigare i rischi legati a disservizi locali. È quanto emerge dalla relazione dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) della Commissione Europea che ha preso in esame, in particolare, una prima serie di 11 medicinali (Alteplase, Amoxicillina, amoxicillina/acido clavulanico, Benzilpenicillina benzatinica, clonazepam, fludarabina, glucagone, Vaccino contro l'epatite B, Rifampicina, Verteporfina, Vincristina) figuranti
nell'elenco(pubblicato a dicembre 2023) degli oltre 200 medicinali considerati ad alto rischio di carenza in Ue.
Nella relazione si evidenzia come tutti gli 11 prodotti in esame provengano per oltre il 30% da un unico paese o produttore. Condizione che rende molto elevato il rischio di rimanerne sprovvisti. Per 4 sostanze la vulnerabilità a causa della dipendenza da fonti di principi attivi extra-UE è ritenuta particolarmente alta.
È quindi evidente, per Hera, la necessità di rafforzare la resilienza diversificando le fonti di approvvigionamento, migliorando la capacità produttiva e sviluppando solidi quadri di gestione del rischio per gestire efficacemente la variabilità economica e di mercato.