Anthony Fauci nel suo recente articolo di commiato su The New England Journal of medicine titolato “Non è finita finché non è finita … ma non è mai finita. Malattie infettive emergenti e riemergenti”, affermava che “…Man mano che le società umane si espandono in un mondo progressivamente interconnesso e l'interfaccia uomo-animale viene perturbata, si creano opportunità, spesso aiutate dai cambiamenti climatici, per far emergere agenti infettivi instabili, saltare specie e in alcuni casi adattarsi per diffondersi tra gli esseri umani … Come disse una volta uno dei miei esperti preferiti, Yogi Berra: "Non è finita finché non è finita" ... Chiaramente, ora possiamo estendere quell'assioma: quando si tratta di malattie infettive emergenti, non è mai finita. Come specialisti in malattie infettive, dobbiamo essere sempre preparati e in grado di rispondere alla sfida perpetua”.
A riprova delle sue affermazioni presentava una infografica a dimostrazione di quanto si siano ridotti gli intervalli di insorgenza delle infezioni virali a riprova della nostra attuale vulnerabilità.
Questo vale sia per le dinamiche interne alle singole epidemie e sia per lo scenario pandemico che sta cambiando rapidamente e che in un contesto di globalizzazione rischia di regalarci una nuova ondata pandemica basata su nuove mutazioni e sotto varianti di Covid 19.
È solo allarmismo? I dati emergenti nel dibattito pubblico internazionale dicono di no.
“Gryphon” è la sotto variante XBB.1.5 di SRA-COV-2, che in Cina circola già da ottobre 2022 e che è a sua volta il risultato di una ricombinazione di altre due sotto varianti di Omicron: BA.2.1 e BA.2.1. In realtà sta circolando un vero e proprio sciame di varianti, ma la XBB sta rapidamente sostituendo sotto varianti comuni, come BQ.1 e BQ.1.1.
Si è diffusa in tempi rapidi in altri nove Paesi, sei dei quali europei.
Oltre che in Italia, dove già al 27 dicembre costituiva l'1,82% del virus SarsCoV2 in circolazione, la XBB è stata rilevata anche in Francia (1,22%), Belgio (4,56%), Germania (2,05%), Spagna (2,61%) e Regno Unito (5,44%) come indica “Our World in Data”, facendo riferimento ai dati relativi alle sequenze genetiche del virus depositate nella banca dati internazionale GISAID.
La XBB è presente anche in Australia (3,33%), Canada (1,93%) e Stati Uniti (13,42%). Sembra essere la causa del recente aumento del 140% dei ricoveri a New York avvenuto nell'ultimo mese.
In Cina, le sequenze genetiche depositate nella banca internazionale GISAID, aggiornate al 22 dicembre, indicano che stanno circolando soprattutto le sotto varianti BA.5.2 e BF.7 e che sono solo 81 le sequenze della sotto variante XBB depositate al 9 dicembre. Se sono state depositate solo 81 sequenze della XBB questo indica che in Cina è stata probabilmente bloccata l'azione di sequenziamento delle varianti o non è resa pubblica.
Secondo l’osservatorio GIMBE i numeri preoccupano e le nuove varianti “Cerberus” e “Griphon” fanno paura. La loro è un'avanzata veloce e inesorabile, con l'obiettivo di sorpassare Omicron 5 e diventare dominanti. In particolare in autunno, a crescere era BQ.1, nota come “Cerberus”, che è stata rilevata in un terzo del totale dei campioni sequenziati, ossia 1.490 (30.7%), mentre in Usa era già responsabile della metà dei contagi. In salita però era anche XBB, denominata “Gryphon”, che aveva invece toccato una prevalenza del 2.4%.
Queste sotto varianti, sosteneva già allora l'Iss, erano da monitorare "con grande attenzione" perché "a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria".
Infatti, dove viene sequenziata, la sotto variante XBB si diffonde velocemente in quanto sarebbe la mutazione chiamata F486P, che le permette di sfuggire agli anticorpi generati sia da infezioni da Omicron 5 sia dai vaccini e inoltre rafforzerebbe il legame con il recettore Ace2 che si trova sulle cellule umane.
Sono state rilevate anche mutazioni sulla proteina Spike, l'artiglio molecolare che il virus usa per agganciarsi alle cellule umane, più quattro mutazioni sulla nucleoproteina N, che ha la funzione di proteggere il genoma virale, e cinque sull'enzima necessario al virus per riprodurre il suo materiale genetico. A far impennare l'epidemia potrebbe essere il virus che muta. È ancora un'ipotesi, ma gli esperti la stanno considerando molto seriamente.
Probabilmente il virus SarsCoV2 sta migliorando anche nella capacità di replicarsi.
Partendo da queste considerazioni “The Guardian” editava un articolo dal titolo “Cina Covid: gli esperti stimano 9.000 morti al giorno”.
L’incipit dell’articolo fa riferimento a quanto affermato dalla società di dati sulla salute con sede nel Regno Unito “Airfinity”, che ritiene che circa 9.000 persone in Cina stanno morendo probabilmente ogni giorno a causa di Covid, quasi raddoppiando la sua precedente stima rispetto a una settimana fa.
Le infezioni da Covid hanno iniziato a diffondersi in tutta la Cina a novembre, aumentando il ritmo questo mese dopo che Pechino ha smantellato le sue politiche “zero-Covid”, compresi i regolari test PCR sulla sua popolazione e la pubblicazione di dati sui casi asintomatici.
I decessi cumulativi in Cina dal 1° dicembre hanno probabilmente raggiunto quota 100.000, con un totale di 18,6 milioni di contagi, ha affermato sempre “Airfinity” giovedì scorso in una dichiarazione.
Per arrivare a questa stima la società ha utilizzato la modellazione basata sui dati delle province cinesi prima che venissero implementate le recenti modifiche ai casi di segnalazione.
“Airfinity” prevede che le infezioni da Covid in Cina raggiungano il loro primo probabile picco il 13 gennaio con 3,7 milioni di casi al giorno.
L'aumento spropositato dell'incidenza di vari virus respiratori registrato negli ultimi mesi è riconducibile a tre variabili:
Lo sostiene su “La Repubblica”, Aureliano Stingi in un articolo titolato “Ci stiamo ammalando tutti: vi spiego perché i virus ci assalgono”. I nostri comportamenti sono cambiati rispetto al periodo 2020-21. Ora possiamo circolare e incontrarci liberamente: per moltissime persone la vita è tornata quella del 2019. Le misure di contenimento per la Covid-19 sono pressoché nulle, e questo facilita la circolazione dei virus respiratori stagionali, soprattutto in inverno.
Un’altra causa dell’aumento dell'incidenza delle malattie respiratorie è la mancata esposizione nel periodo 2020-2021. Una persona guarita da un'infezione acquisisce un'immunità che varia nel tempo. Emerge l'importanza di un sistema di vaccinazione completo, dove adulti e bambini vengano vaccinati periodicamente contro i patogeni respiratori per evitare ondate di contagio violente che obblighino milioni di cittadini a letto, o peggio in ospedale.
Roberto Burioni in un suo articolo su “La Repubblica”, titolato “Covid in Cina: il virus e la propaganda” sostiene che “la variante Omicron è uno dei virus più contagiosi esistenti sulla Terra e il suo contenimento è reso ancora più difficile dal fatto che viene trasmesso anche da pazienti asintomatici. Una strategia basata solo sui dispositivi di protezione individuale, sul distanziamento sociale, sui lockdown, insomma su tutte quelle azioni mirate esclusivamente a ostacolare la circolazione del virus non può essere efficace in presenza di un agente patogeno così contagioso”.
“… lo stesso vale per la variante Omicron: è meno patogena, ma infettando un numero altissimo di individui le conseguenze possono essere catastrofiche, soprattutto se si diffonde in una popolazione fragile priva della protezione conferita da un vaccino efficace. Pensate che in Italia nel solo nel gennaio 2022 la vaccinazione ha evitato che la variante Omicron uccidesse 74 mila persone …”
“… In Cina, purtroppo, hanno vaccinato poco, male e con un vaccino poco efficace. Prima di tutto il vaccino cinese - sviluppato con la stessa tecnologia con la quale negli anni '50 è stato sviluppato il vaccino antipolio di Salk - è molto meno efficace di quelli a mRna.
Oltre ad avere utilizzato un vaccino meno efficace, i cinesi, facendo affidamento sulla loro politica “zero-Covid”, hanno vaccinato poco e male: nei giovani le coperture sono più alte (ma comunque basse) ma l'elemento molto preoccupante è che solo il 40% degli ultraottantenni ha ricevuto la terza dose …”.
Quanto sopra lo porta ad affermare che “… quando la politica prende il sopravvento sulla scienza succedono sempre catastrofi”. Infine “… noi ci siamo vaccinati in massa con il vaccino più efficace disponibile seguendo le indicazioni che ci arrivavano dalla scienza. Loro no. Meglio non imitarli”.
In riferimento a quanto sopra crediamo che siano possibili alcune considerazioni: