’Oms le linee guida volte ad ampliare l’accesso alla profilassi post-esposizione all’HIV (PEP), un intervento fondamentale per ridurre le nuove infezioni.
Nonostante i significativi progressi nel trattamento e nei test dell’HIV, la comunità globale continua infatti a dover affrontare tassi costantemente elevati di nuove infezioni. Il raggiungimento del controllo dell’epidemia resta un obiettivo difficile da raggiungere, rendendo necessario un rinnovato focus su misure preventive come la PEP.
Le nuove linee guida dell’Oms danno quindi priorità a un accesso più ampio alla PEP, inclusa la distribuzione basata sulla comunità e la condivisione dei compiti per mitigare barriere come lo stigma e per garantire un accesso tempestivo dopo l’esposizione.
La PEP prevede la somministrazione di farmaci antiretrovirali a individui a rischio di infezione da HIV dopo una potenziale esposizione. Fattore cruciale nella prevenzione dell’infezione da HIV tramite PEP è iniziare la PEP il prima possibile dopo l’esposizione, idealmente entro 24 ore e non oltre 72 ore. Due le nuove raccomandazioni contenute nelle linee guida PEP.
La prima raccomandazione. La PEP per l’HIV dovrebbe essere somministrata in contesti comunitari (raccomandazione forte, certezza delle prove molto bassa).
Un’innovazione fondamentale nelle linee guida aggiornate sono le raccomandazioni per la distribuzione basata sulla comunità e la condivisione delle attività per la PEP. Le prove supportano la fattibilità e l’efficacia della fornitura della PEP in contesti comunitari come farmacie, stazioni di polizia e piattaforme online. Questo approccio non solo migliora l’accessibilità, riducendo il tempo tra l’esposizione e l’inizio della PEP, ma riduce anche lo stigma associato alla ricerca di servizi di prevenzione dell’HIV.
La seconda raccomandazione. La condivisione dei compiti dovrebbe essere utilizzata per erogare, distribuire, fornire e monitorare la PEP (raccomandazione forte, evidenza di certezza molto bassa).
La condivisione dei compiti, che coinvolge operatori sanitari non specializzati come farmacisti e operatori sanitari comunitari, si è dimostrata efficace anche nell’ampliare l’accesso al PEP. Questa strategia riduce l’onere per gli operatori sanitari specializzati e migliora l’equità nell’accesso tra popolazioni diverse.