Tumore del pancreas. Scoperto meccanismo di resistenza alla terapia. Si apre la strada al possibile utilizzo di nuovi farmaci
Il tumore del pancreas colpisce ogni anno circa 500 mila persone nel mondo; pur essendo il 14simo cancro come incidenza, si tratta ad oggi purtroppo della settima causa di morte per tumore. Lo studio ha coinvolto esperti dell’Università Cattolica, campus di Roma e Policlinico Gemelli. Grazie alla scoperta potranno essere studiati, anche nella lotta a questo cancro, dei nuovi farmaci che agiscono proprio sul meccanismo genetico in gioco.
06 FEB - Scoperto uno dei meccanismi di resistenza alle terapie da parte del tumore del pancreas, un cancro killer che spesso lascia poche chance di guarigione. Il tumore sfugge alle terapie mettendo in atto un ‘rimescolamento genetico favorevole’, giocandosi così le sue carte migliori per eludere le cure.
È il risultato di uno studio pubblicato oggi sulla rivista
Cell Reports Medicine, coordinato da
Claudio Sette, Ordinario di Anatomia Umana dell’Università Cattolica e Direttore della “Organoids Facility” presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs.
“Abbiamo scoperto un meccanismo basato sulla regolazione degli Rna messaggeri che contribuisce alla resistenza alla chemioterapia – spiega Sette - esistono già dei farmaci ad Rna, usati con altre indicazioni mediche, per contrastare questo tipo di regolazione, che potrebbero dunque essere sviluppati anche come agenti antitumorali con test ad hoc sui pazienti resistenti”.
Il tumore del pancreas colpisce ogni anno circa 500 mila persone nel mondo; pur essendo il 14simo cancro come incidenza, si tratta ad oggi purtroppo della settima causa di morte per tumore. Infatti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è minore del 10%, quasi unicamente ristretta ai pazienti che possono essere operati (circa il 20-30% del totale).
Quando il codice genetico viene trascritto in Rna per poi procedere alla sintesi proteica può avvenire quello che si chiama “splicing alternativo”, ovvero dallo stesso gene si possono produrre trascritti diversi a seconda delle ‘carte genetiche’ (esoni, ovvero la parte del gene codificante per gli amminoacidi delle proteine) che vengono scelte ‘per essere giocate’. Lo splicing quindi porta a produrre proteine diverse che svolgono ruoli diversi, attraverso l'assortimento alternativo di esoni presenti nel gene di partenza. Lo splicing è generalmente alterato nei tumori, compreso quello del pancreas.
“Paragonando tumori pancreatici di sottotipi diversi – spiega Sette - abbiamo visto che la neoplasia resistente alle cure si associa a una regolazione dello splicing ben precisa, che porta appunto alla sintesi di proteine associate alla chemioresistenza. Il nostro studio, finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, ha anche identificato un regolatore dello splicing, chiamato ‘Quaking’, che è espresso nei tumori del pancreas più aggressivi e che con la sua azione promuove la sintesi delle proteine che innescano la chemioresistenza”.
Attualmente sono già esistenti farmaci regolatori dallo splicing che potrebbero dunque essere impiegati anche per questo tumore. Ci sono anche terapie specifiche per singoli eventi di splicing, come il farmaco nusinersen usato nella atrofia muscolare spinale.
“La nostra scoperta apre dunque a nuove possibilità di cura per una tipologia di tumore che generalmente non risponde alle terapie esistenti”, conclude il professore.