Nuova riunione tavolo pharma e biomedicale al Mimit. Urso: “Obiettivi autonomia su ricerca e approvvigionamenti, sviluppando investimenti e attraendone di nuovi”. Schillaci: “Riportare la produzione principi attivi in Italia”
Per sostenere il settore è in arrivo un nuovo sportello per i contratti di sviluppo dedicato a sei specifiche filiere tra cui il chimico-farmaceutico con una dotazione di oltre 390 milioni, oltre all’ ampliamento degli obiettivi del piano 4.0
20 LUG - Costruire una politica industriale rispondente alle necessità e alle aspettative delle imprese, rafforzando il dialogo con l’industria e con il mondo della rappresentanza sindacale per identificare soluzioni finalizzate a incrementare innovazione e valore del comparto e a rafforzare il posizionamento della filiera a livello UE ed extra UE, rendendo il contesto favorevole alla competitività delle imprese. Questo l'obiettivo dei tavoli per i settori della Farmaceutica e del Biomedicale, presieduti dal ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che si sono nuovamente riuniti oggi, a Palazzo Piacentini. Erano presenti il vice-ministro Valentino Valentini, i sottosegretari Fausta Bergamotto e Maurizio Gemmato, i rappresentanti delle aziende farmaceutiche, delle aziende biomedicali, della Conferenza Stato-Regioni, i sindacati e le associazioni di categoria.
I due tavoli seguono la precedente riunione dello scorso 29 marzo in cui è stato avviato il confronto sulle principali tematiche del settore e hanno cominciato a definire operativamente i primi interventi a supporto dei due comparti. Va infatti ricordato che il comparto Salute è una specializzazione che risponde a pieno al modello sociale europeo: se l’Europa rappresenta il 7% della popolazione mondiale e il 25% del Pil, il sistema del welfare è pari a oltre il 50% globale. Il metodo di lavoro individuato si basa su un approccio collegiale tra i Ministeri e in quest’ottica è stata sottolineata l’importanza di aumentare l’attrattività dell’Italia sia per avviare nuovi investimenti che per consolidare quelli già presenti. Non solo in Italia ma nell’intera Europa gli investimenti in ricerca e sviluppo sono infatti cresciuti in misura molto minore sia rispetto agli Usa che rispetto alla Cina, dove si registra una forte accelerazione degli investimenti. Fondamentale per raggiungere questo obiettivo una efficace azione di riordino delle agevolazioni e degli incentivi per rendere il loro accesso più snello e coordinato. Per sostenere il settore è in arrivo un nuovo sportello per i contratti di sviluppo dedicato a sei specifiche filiere tra cui il chimico-farmaceutico con una dotazione di oltre 390 milioni, oltre all’ ampliamento degli obiettivi del piano 4.0. Nel corso del confronto si è convenuto anche sulla necessità di un attento presidio dei principali dossier europei, mentre in chiave nazionale è necessario puntare al rafforzamento delle procedure di semplificazione e di regolamentazione.
"I comparti della farmaceutica e del biomedicale – ha sottolineato il ministro
Urso - hanno una valenza sempre più strategica su scala globale come anche la pandemia ci ha insegnato. Gli obiettivi della nostra azione sono quindi il raggiungimento di una piena autonomia su ricerca e approvvigionamenti, sviluppando investimenti e attraendone di nuovi. La politica industriale italiana deve essere al passo per fare proprio della farmaceutica il settore pilota per attrarre nuovi investimenti nel nostro Paese. Per questo è importante il coordinamento tra istituzioni, sistema sanitario e industriale che noi vogliamo realizzare attraverso questi tavoli”.
“Siamo tutti consapevoli dell’importanza di riportare la produzione di principi attivi in Italia e la possibilità di rendere sempre più attrattiva l’Italia in tema di ricerca e produzione di farmaci – ha spiegato il ministro
Schillaci - Sostenere l’industria farmaceutica che investe nelle innovazioni equivale a ottimizzare la capacità del nostro sistema sanitario di disporre di cure che possono abbattere la mortalità o migliorare la qualità di vita di tanti cittadini. È poi indispensabile considerare la necessità di adeguati investimenti nell'infrastruttura sanitaria, nei laboratori di ricerca e nello sviluppo delle competenze professionali, che possono favorire la crescita dell'industria farmaceutica”.