La risposta al vaccino è influenzata dal profilo genetico individuale. Lo ha rilevato uno studio, effettuato presso l'ospedale Molinette di Torino sui dipendenti della stessa Città della Salute, appena pubblicato su “”HLA” rivista ufficiale della Federazione europea per l'immunogenetica (EFI).
LO STUDIO.
24 APR - Uno studio effettuato presso l'ospedale Molinette di Torino, appena pubblicato su “”HLA” rivista ufficiale della Federazione europea per l'immunogenetica (EFI), che ha coinvolto quasi 10.000 dipendenti della Città della Salute, ha approfondito l’analisi sui fattori genetici che condizionano maggiormente la risposta ai vaccini anti Covid con m-RNA.
L’efficacia della vaccinazione è stata misurata grazie al dosaggio degli anticorpi contro il virus ed all’analisi delle cellule del sistema immunitario che riconoscono il virus.
Contemporaneamente sono stati esaminati alcuni geni coinvolti nella regolazione della risposta immunitaria, in particolare quelli HLA o dell’istocompatibilità (gli stessi che sono studiati per gli abbinamenti tra donatore e ricevente di trapianto).
È stato così possibile riconoscere che alcuni soggetti che presentano determinate caratteristiche genetiche (come la variante HLA-A3) più facilmente produrranno anticorpi dopo la vaccinazione, diversamente da quelli con altre varianti (come HLA-A24).
A seguito della vaccinazione, anche la risposta delle cellule del sistema immunitario contro il virus è diversa a seconda delle caratteristiche HLA, chi ad esempio possiede la variante HLA-DRB15 riesce a difendersi adeguatamente dal virus, fino a 5 volte di più.
“La ricerca che abbiamo condotto – sottolinea il professor
Antonio Amoroso, coordinatore dello studio - dimostra che tra i fattori che spiegano la diversa risposta al vaccino per il COVID-19, ve ne sono alcuni legati alle nostre caratteristiche genetiche che da sole possono predire in maniera importante quali soggetti saranno maggiormente protetti dalla vaccinazione. Queste evidenze potranno essere utili per personalizzare meglio la strategia vaccinale”.