Parkinson. Nei campioni di feci, indicatori di forme precoci della malattia
I disturbi comportamentali del sonno REM isolati sono spesso sintomi precursori del Parkinson che nasce nel sistema nervoso enterico, il cosiddetto “Body-first Parkinson’s disease”. Un team della Heinrich-Heine University di Dusseldorf ha scoperto che i pazienti con disturbi comportamentali del sonno REM isolati presentano nelle feci elevati livelli di aggregati di α-sinucleina, segno clinico del Parkinson che nasce nel sistema enterico.
20 FEB - Nei campioni di feci dei pazienti che soffrono di disturbi comportamentali del sonno REM isolati (isolated REM-sleep behavior disorder – iRBD) si può rilevare una più elevata concentrazione degli aggregati di α-sinucleina, che può evidenziare precocemente la malattia di Parkinson. A questa conclusione è giunto lo studio di un team della Heinrich-Heine University di Dusseldorf, pubblicato npj Parkinson’s Disease.
Sono note due forme di Parkinson: nel 70% dei casi la malattia origina nel sistema nervoso centrale (“Brain-first Parkinson’s disease”), mentre nel 30% nasce nel ‘sistema nervoso enterico’: si tratta del cosiddetto “Body-first Parkinson’s disease”, in cui i caratteristici depositi di aggregati di proteina α-sinucleina si formano nei neuroni dell’intestino. Una forma preliminare di questa tipologia di Parkinson è rappresentata proprio dai disturbi comportamentali nella fase REM del sonno, con pazienti che hanno sogni vividi e inquietanti.
Lo studioIl gruppo di ricerca guidato da Gültekin Tamgüney della Heinrich-Heine University ha rilevato questi livelli di aggregati di α-sinucleina nei campioni di feci dei pazienti. Per farlo, il team ha usato una nuova tecnica di analisi di distribuzione dell’intensità di fluorescenza basata sulla superficie (surface-based fluorescence intensity distribution analysis, sFIDA).
Dai risultati è emerso che i pazienti con disturbi comportamentali del sonno REM isolati presentano elevati livelli di aggregati di α-sinucleina sia rispetto ai pazienti sani, sia rispetto a quelli con Parkinson. L’evidenza raccolta da questo studio potrebbe portare alla definizione di uno strumento diagnostico non invasivo per le sinucleinopatie prodromiche, incluso il Parkinson, che – a sua volta- potrebbe essere di aiuto nella definizione di in terapie precoci, prima che compaiano i sintomi, come spiegano gli stessi ricercatori.
Fonte: npj Parkinson’s Disease (2023)