In Italia il 7 febbraio scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 99,9%, con la sottovariante BA.5 predominante anche se in calo e una quota di ricombinanti omicron/omicron pari al 20,7%. Sono questi i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni/PPAA, e complessivamente 94 laboratori regionali e il Laboratorio di Sanità Militare, per un totale di 903 campioni.
Queste le prevalenze stimate:
- 99,9% variante omicron (range 97,4% - 100%)
- BA.1 0,1% (0-3,4%)
- BA.2 13,0% (range: 0% -31,0%)
- BA 4 0,1% (range: 0% -2,4%)
- BA 5 66,1% (range: 40,0% - 100,0%)
- Omicron/omicron 20,7% (range 0%-40,0%)
Conclusioni
BA.5 rimane predominante, con una prevalenza a livello nazionale pari a 66.1% (86,3% nell’indagine precedente, del 10 gennaio 2023), con frequenze regionali/PPAA comprese tra il 40% ed il 100%. In diminuzione la numerosità dei sotto-lignaggi di BA.5 circolanti nel nostro Paese (65 vs. 89 dell’indagine precedente).
In diminuzione la proporzione, sul totale dei sequenziamenti, di BQ.1.n (56,7% vs 65,0% della precedente indagine). BQ.1.1, si conferma stabile e maggioritario nel nostro Paese (34.2% vs 36.7% dell’indagine precedente).
La proporzione di XBB.1.5, discendente di XBB che è ricombinante dei sotto-lignaggi omicron BJ.1 e BM.1.1.1 di BA.2, risulta in crescita (13.3% vs 1.0% dell’indagine precedente). XBB.1.5 è in aumento in Europa e predominante negli Stati Uniti. Al momento non ci sono evidenze correlabili ad una maggior severità della malattia associata a XBB.1.5, e moderate evidenze che correlano questa variante a ad una più elevata immuno-evasività e trasmissibilità
Ancora in crescita la prevalenza di BA.2 (13.0% vs. 9,8% dell’indagine precedente). In accordo con quanto rilevato in altri Paesi europei, si osserva un aumento nella proporzione di sequenziamenti attribuibili a CH.1.1 (Orthus) (4.6% vs. 2.6% dell’indagine precedente), le cui principali caratteristiche sono tutt’oggi oggetto di investigazione.