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Cos’è l’influenza aviaria?
26 FEB -

L'influenza aviaria è una malattia degli uccelli provocata da virus dell'influenza di tipo A. Esistono diversi sottotipi di virus influenzali che possono infettare gli uccelli, in particolare quelli acquatici (anatidi), e sono distinti in base alle diverse combinazioni degli antigeni (molecole in grado di essere riconosciute e attivare il sistema immunitario) superficiali principali (emagglutinina H e neuraminidasi N).

I virus dell'influenza aviaria, di solito, non infettano gli esseri umani, tuttavia, sono stati segnalati rari casi di infezione nell'uomo. La fonte di contagio per gli esseri umani è costituita da volatili infetti che possono trasmettere il virus attraverso la saliva, il muco e le feci. Il virus, infatti, può infettare le persone attraverso gocce disperse nell'aria, mediante polveri inalate (respirate), oppure contaminando oggetti o superfici che possono venire a contatto con le mani e causare il contagio qualora fossero portate alla bocca, agli occhi o al naso. Le infezioni nell'uomo si sono verificate a causa del contatto, senza opportune protezioni (guanti, mascherina…), con volatili infetti o superfici contaminate.

Negli ultimi anni, i virus aviari che hanno provocato un certo numero di infezioni e alcune morti nell'uomo sono stati l'A/H5N1 (circolante dal 1997) e l'A/H7N9 (circolante dal 2013). Il rischio che il virus si trasmetta all'uomo è molto basso, e riguarda persone in stretto contatto con uccelli ammalati o morti di influenza aviaria. I paesi maggiormente colpiti sono Cina, Indonesia, Egitto e Vietnam. La vendita di pollame vivo nei mercati rappresenta un fattore importante nella diffusione del virus.

L'influenza aviaria colpisce anche molte specie di uccelli domestici, tra cui polli, anatre, tacchini e oche.

In Italia, dal 1999 ad oggi, si sono verificate diverse epidemie di influenza aviaria in polli e tacchini, ma nessun caso grave tra il personale presente negli allevamenti infetti. Il Ministero della Salute ed il Centro di referenza nazionale per l'influenza aviaria hanno predisposto misure per mitigare e contenere i focolai negli allevamenti in cui sono comparsi e per controllare le persone esposte (principalmente personale addetto alla manutenzione degli allevamenti) ai virus dell’influenza aviaria.

Sintomi. Le forme cliniche causate dai virus dell'influenza aviaria sono state associate con una vasta gamma di malattie, dalla semplice congiuntivite, alla malattia simil-influenzale, alla malattia respiratoria grave (ad esempio, difficoltà respiratorie, polmoniti, insufficienza respiratoria), alla malattia multi-organo. A volte, sono accompagnate da nausea, dolori addominali, diarrea, vomito e malattie neurologiche (alterazione dello stato mentale, convulsioni).

Cause. L'influenza aviaria colpisce numerosi uccelli selvatici migratori (anatidi) che possono infettare il pollame domestico come le anatre, le oche, i tacchini e i polli. Il virus si trasmette all'uomo attraverso il contatto diretto con uccelli infetti, vivi o morti, con i loro escrementi o con le secrezioni provenienti dalle vie respiratorie e dagli occhi.

La vendita di pollame vivo nei mercati all'aperto, dove le uova e gli uccelli sono venduti in condizioni di sovraffollamento e, spesso, di igiene precaria, rappresenta un'importante forma di esposizione al virus con rischio di infezione e diffusione della malattia. È, quindi, fortemente consigliato di non frequentare tali luoghi se si viaggia in paesi colpiti da focolai di influenza aviaria. Il virus A/H5N1 dal 2011 è considerato radicato (endemico) in Bangladesh, Egitto, Cina, India, Indonesia e Vietnam.

Per ridurre la diffusione del virus tra gli allevamenti di pollame (avicoli), si attuano procedure di pulizia e disinfezione, sia in ingresso che in uscita dagli allevamenti, per persone, mezzi e materiali. I virus dell'influenza aviaria, infatti, si possono trasmettere da un allevamento infetto ad altri anche attraverso i mezzi di trasporto utilizzati nelle aziende, il contatto con strumenti ed attrezzi infetti, le gabbie per gli uccelli, i mangimi e persino gli indumenti degli operatori.

L'influenza aviaria non si trasmette attraverso il cibo cotto. Se il metodo di preparazione dei cibi permette il raggiungimento di una temperatura interna di almeno 74°C, il consumo di pollame e uova è sicuro.

Diagnosi. L'infezione da virus dell'influenza aviaria nell'uomo non può essere accertata (diagnosticata) solo attraverso i segni e i disturbi che provoca. Occorre valutare la probabilità che la persona malata sia stata in contatto con animali infetti ed effettuare test di laboratorio. Di solito, è accertata (diagnosticata) attraverso l'analisi delle secrezioni raccolte da un tampone inserito nel naso o nella faringe durante i primi giorni di malattia. Dopo qualche settimana dall'infezione (conferma diagnostica di caso sospetto), inoltre, possono esser richieste delle analisi del sangue per verificare la presenza degli anticorpi specifici.

Anche la diagnostica per immagini (radiografia del torace) nei casi, sospetti o confermati, di polmonite può essere utile per esaminare le condizioni dei polmoni e intervenire con una cura farmacologica mirata.

Terapia. A seconda della forma con cui la malattia si manifesta (congiuntivite, sindrome simil-influenzale o malattia respiratoria severa), la cura (terapia) può essere differente. Sono disponibili farmaci antivirali (Oseltamivir, Zanamivir) che possono ridurre la durata della malattia ed alleviarne i disturbi (sintomi). È importante iniziare la cura prima possibile, entro 48-72 ore da quando si manifestano i segni di una possibile influenza aviaria.

Prevenzione. Le misure preventive da seguire se si viaggia in paesi in cui sono presenti focolai di influenza aviaria verificati sono:
- evitare di passare e sostare in mercati o allevamenti in cui siano presenti animali vivi
- evitare il contatto con superfici contaminate da escrementi di uccelli o da attività di macelleria
- evitare il contatto con gli uccelli, vivi o morti
- non mangiare carne o uova poco cotte
- usare utensili diversi per carne cotta e cruda nella preparazione del cibo
- lavare frequentemente le mani con un detergente

Esiste un vaccino per la protezione contro il virus A/H5N1 ma le forniture sono limitate e non è disponibile al pubblico.

È consigliata la vaccinazione contro l'influenza stagionale a tutte le persone che possono essere esposte a virus influenzali aviari (allevatori, veterinari, personale dei macelli, personale che lavora in aree a rischio); benché tale vaccino non offra protezione specifica contro i virus dell'influenza aviaria, può ridurre le complicazioni cliniche associate ed i rischi di co-infezioni (contemporanea infezione da virus influenzale aviario ed umano in un soggetto esposto ad entrambi) e, di conseguenza, possibili ricombinazioni del virus aviario con il virus umano che potrebbero favorire la diffusione nella popolazione di virus nuovi aviari-umani.

Fonte: ISSalute

26 febbraio 2024
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