“Farmacia dei servizi sarà un successo”. Intervista a Luigi Icardi, coordinatore della Commissione salute delle Regioni
"Grazie alla rete delle farmacie i cittadini potranno ricevere una serie di servizi e analisi strumentali direttamente sul territorio. Si potrà così “liberare” in un certo modo anche gli ospedali e ridurre le liste di attesa. Abbiamo lavorato tanto affinché questo progetto andasse in porto in tutte le Regioni", così in quest'intervista l'assessore Icardi che parla anche delle altre tematiche del Patto per la Salute appena siglato.
15 GEN - Un 2020 fittissimo di impegni. Da quelli del nuovo Patto per la Salute, che dovranno essere tradotti in atti concreti, alle elezioni regionali alle porte che potrebbero cambiarne gli equilibri, la Commissione salute delle Regioni in questo nuovo anno difficilmente rimarrà con le mani in mano.
Al primo posto c’è il nodo della carenza di medici che se non verrà sciolto manderà a carte 48 la gestione dell’assistenza. Ma le Regioni sono state chiamate a definire anche nuovi parametri per i Piani di rientro dal deficit e decidere come gestire gli equilibri con l’industria del farmaco. Un lavoro non facile.
La Commissione sta già scaldando i motori e, come ha annunciato il suo coordinatore,
Luigi Genesio Icardi in questa intervista, entro la fine del mese saranno avviati i tavoli di lavoro per dare corpo al Patto e non solo. E se la casella della direzione di Aifa è stata riempita su Agenas è ancora tutto da discutere.
Assessore Icardi, il 2020 per la sanità si prospetta particolarmente impegnativo. Punto di partenza è il Patto per la salute approvato lo scorso dicembre, le linee d’indirizzo individuate per il prossimo biennio dovranno trasformarsi in provvedimenti concreti. E c’è tanta carne al fuoco. Avete individuato una tabella di marcia?
Il nostro obiettivo, come concordato peraltro anche con il ministero, è quello avviare entro il mese di gennaio dei tavoli di lavoro, selezionando le competenze specifiche, per tradurre in norme quanto enunciato nel Patto. E una volta messe nero su bianco avviare gli iter di approvazione previsti. Tra le prime cose da fare quella di mettere in pratica le indicazioni della scheda tre, quella sul personale. Con il ministro Speranza abbiamo concordato di presentare degli emendamenti al milleproroghe proprio per trasformare gli intenti del Patto in un provvedimento normativo.
In particolare?
La deroga a poter mantenere i medici in servizio fino a 70 anni, qualunque siano gli anni di anzianità. E l’altro, il più importante, poter contrattualizzare gli specializzandi del terzo anno.
Su commissariamenti e Piani di rientro?
Sul primo punto, come già scritto nel Patto, il Commissariamento dovrà essere un'ultima opzione dettata da circostanze eccezionali. Senza contare che sul tema è intervenuta la sentenza della Consulta sancendo che il presidente della Regione può essere commissario ad acta della sanità, c’è quindi poco da discutere. Sui Piani di rientro, quindi sui parametri e le modalità da seguire, dovremo sederci intorno a un tavolo paritetico Regioni Ministero e scrivere gli atti normativi.
Sul tavolo c’è anche il programma nazionale per la mobilità sanitaria...
È un tema che già in passato avevamo affrontato, ma senza grandi risultati. Ritengo che i cittadini debbano poter decidere liberamente dove farsi curare. Credo che su questo non ci piova. È sicuramente un tema articolato e complesso. Nel Patto abbiamo evidenziato la necessità di mettere in campo alcune azioni. Ma su come compensare questa mobilità, fino a quando non si sarà raggiunto l’obiettivo di dare una sanità efficiente su tutto il territorio nazionale, dovremmo confrontarci.
E poi la riforma degli Enti vigilati...
Sì, la riforma di Aifa, Iss e Agenas serve prima di tutto per eliminare le duplicazioni di funzioni. A questo si affianca una partita importante sul fronte delle nomine, proprio oggi si è sbloccato l’impasse su Aifa con la nomina di Nicola Magrini ma su Agenas la partita è ancora aperta. Mi spiego,per quanto riguarda il processo di riforma degli Enti è ancora tutto da discutere e ci confronteremo con il Governo. Sulla nomina Aifa, abbiamo dato il nostro assenso alla nomina di Magrini, ma ricordo che in questo caso il parere delle Regioni non è vincolante. Su Agenas il discorso è diverso, ci deve essere un’intesa e una convergenza di tutte le Regioni sul nome. Non dobbiamo dimenticare che la questione Agenas, di fatto è strettamente collegata al tema della autonomia gestionale che deve essere rispettata. Non a caso Agenas è nata in un momento in cui il Titolo V già consegnava alle Regioni livelli di responsabilità organizzativa e gestionale in ambito sanitario, e non a caso, dunque soprattutto per la nomina dei suoi vertici è prevista un’intesa.
Le Regioni di centrodestra hanno manifestato una forte contrarierà alla scelta del Ministro di far valere lo spoils system per l’ex Dg Francesco Bevere e la Sicilia ha fatto ricorso al Tar. Ci sono novità?
Il Tar sembra abbia rinviato la valutazione della sospensiva della nomina a marzo. Ma il fatto stesso che abbia accettato la competenza a trattare la questione mi sembra un punto importante. Vedremo.
Altro tema caldissimo quello della governance dei farmaci e in particolare la richiesta da parte delle industrie, dopo l’accordo sul payback pregresso sottoscritto nel 2019, di rivedere i tetti di spesa. Cosa prevede?
Sui tetti la vedo dura. Ritengo che l’accordo precedentemente sottoscritto penalizzi le Regioni. Sulla governance aspettiamo di capire come si muoverà il nuovo Direttore e poi vediamo.
Questo è anche l’anno della farmacia dei servizi…
È un primo passo importantissimo verso il potenziamento del territorio. E anche un assist strategico sul fronte dell’assistenza ospedaliera. Grazie alla rete delle farmacie i cittadini potranno ricevere una serie di servizi e analisi strumentali direttamente sul territorio, consentendo di “liberare” in un certo modo anche gli ospedali e ridurre le liste di attesa. Abbiamo lavorato tanto affinché questo progetto andasse in porto in tutte le Regioni. E sono contento di dire che proprio il Piemonte sia la prima regione ad essere partita. Ma ora, grazie all’impegno del Ministero a dare una copertura finanziaria per tutte le Regioni, l’obiettivo è estendere il progetto della farmacia dei servizi all’intero territorio nazionale.
Altro argomento che tocca invece il Piemonte e non solo. Il rapporto con il privato accreditato. Lei ha recentemente dichiarato di essere voler prendere in considerazione la possibilità di aprire il servizio di pronto soccorso al privato accreditato. Un punto sul quale peraltro proprio la presidente di Aiop Cittadini si è dimostrata interessata al confronto
Su questo punto bisogna chiarirsi. Qui non si tratta di voler privatizzare, ma di uscire dall’ipocrisia di ricorrere ai privati solo quando siamo in emergenza. Come nel caso di carenza di personale. Cerchiamo invece di capire come poter collaborare anche perché oggi ci troviamo in difficoltà a garantire servizi pubblici essenziali, e il rischio potrebbe anche essere quello di doverli chiudere. Anche perché il fenomeno di medici che migrano verso il privato accreditato non è poi così raro. Sediamoci quindi intorno a un tavolo e parliamone, al di là della questione Pronto soccorso. Ma facciamolo in maniera seria stringendo un patto non in emergenza. È facile dire “salviamo la sanità pubblica” dopo che per anni, complici i sindacati, diciamolo, sono state attuate politiche sciagurate che hanno creato l’imbuto formativo provocando la grave carenza di specialisti con la quale combattiamo.
Tra due domeniche si vota in Emilia Romagna e Calabria e nel corso dell'anno anche in Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche e Puglia. Previsioni?
Limitandoci alla prima tornata di domenica 26 gennaio sono convinto che almeno una delle due Regioni passerà al Centro Destra. Naturalmente mi auguro siano due. Ma di questo ne riparleremo...
Ester Maragò