Sono in totale 135 i Centri di cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna) sparsi su tutto il territorio nazionale. Di questi 120 sono strutture pubbliche e 15 appartengono al privato accreditato. Servizi sul territorio distribuiti però in maniera disomogenea: il maggior numero dei Centri si trova in Emilia Romagna, seguita da Lombardia e Campania.
A mappare le strutture dedicate alla Dna, aggiornandone il numero a marzo 2024, è l’Iss in occasione della giornata del Fiocchetto Lilla, che si celebra il 15 marzo. Una mappa che a breve ospiterà anche le associazioni che si occupano di Dna, che saranno individuate sulla base del possesso di specifici requisiti. Il lavoro, coordinato dal Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, è realizzata con il supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute-CCM.
“È di primaria importanza l’intervento precoce nel casi dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in quanto se non trattati adeguatamente aumentano il rischio di danni permanenti fino alla morte, nei casi più severi. L’esperienza maturata e riferita dai professionisti del settore evidenzia l’importanza di prevedere un intervento strutturato e multidisciplinare” afferma Simona Pichini, responsabile facente funzione del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss.
“La piattaformadisturbialimentari.iss.it, costantemente aggiornata, è un servizio prezioso perché offre, in tempo reale, la panoramica dei centri sul territorio dedicati alla cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, consentendo ai cittadini affetti da tali disturbi, alle loro famiglie e a chi sta loro vicino, la possibilità di usufruire di interventi appropriati” aggiunge Luisa Mastrobattista, ricercatore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss.
Vediamo quali sono i numeri principali dei centri censiti
- La distribuzione dei servizi sul territorio non è omogenea e il maggior numero dei centri (20) si trova in Emilia Romagna, seguita da Lombardia (16), Campania (12) e dal Lazio con 9 strutture dedicate.
- Rispetto alla fascia d’età presa in carico dai Centri (ciascun centro ha potuto rispondere per ciascuna fascia d’età), l’85% ha dichiarato di prendere in carico persone di età pari o superiore a 18 anni, l’83% la fascia d’età 15-17 anni e il 47% i minori fino a 14 anni. La modalità di accesso è diretta (ossia è il paziente stesso che si reca nella struttura) nel 77% dei casi. I centri prevedono l’accesso mediante pagamento del ticket sanitario (67%), in modalità gratuita (33%), in regime di intramoenia (11%).
- Sono 1.652 i professionisti che vi lavorano, nella quasi totalità formati e aggiornati: soprattutto psicologi (23%), specialisti in psichiatria o neuropsichiatria infantile (15,7%),infermieri (13,8%), dietisti (11,6%).