La riforma dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si trova attualmente, come anticipato da Quotidiano Sanità, al vaglio della conferenza Stato-Regioni. Un esame che è entrato nel vivo e che vede le Regioni decise ad alzare la testa su alcuni punti rilevanti della normativa.
In particolare, secondo quanto si apprende, le Regioni, già in fase di interlocuzione con il ministero della Salute sulle questioni che seguono, vorrebbero che, per la nomina del presidente dell'Aifa, si prevedesse un'intesa e non un semplice parere, come indicato nel testo attuale: “Il Presidente è nominato con decreto del Ministro della salute, sentiti il Ministro dell’economia e delle finanze e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome” recita il recente decreto bollinato da Salute-Mef-Pa, che ridefinisce il regolamento dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in attuazione della Legge 196/22. Ma le Regioni vorrebbero appunto un potere maggiore su questo punto, come peraltro era previsto fino a oggi nella procedura di scelta di chi guida l'ente regolatorio italiano sui medicinali.
Per quanto riguarda la Commissione scientifico-economica (CSE), che incorporerà la Commissione tecnico-scientifica e il Comitato prezzi e rimborsi, secondo le Regioni (che avranno la possibilità di sceglierne un solo membro, altro punto su cui verte la discussione in atto con il ministero della Salute), 10 membri totali sarebbero pochi per pensare di poter velocizzare e snellire il lavoro dell'Aifa, riducendo i tempi con cui i farmaci vengono approvati in Italia.
Al momento si tratta di principi non formalizzati e oggetto, appunto, di discussione interna alle istituzioni coinvolte, in funzione dell'innegabile ridimensionamento del ruolo delle Regioni, se il testo fosse approvato così com'è. La volontà è comunque quella di trovare una quadra di far viaggiare velocemente la riforma verso la piena attuazione, confermano le fonti consultate.
B.D.C.