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Contratto medici e dirigenti. Sindacati dopo incontro in Aran: “Nulla di fatto. Situazione sta diventando insostenibile”
Le organizzazioni sindacali mediche e della dirigenza sanitaria molto critiche dopo la prima riunione presso l’Agenzia per il rinnovo del Ccnl 2016-2018. A quanto si apprende il nodo risorse non sarebbe sciolto. “Ancora nessuna proposta, solo una nuova convocazione per il 21 marzo”. Cgil più positiva: “Riunione interlocutoria ma ci sono le condizioni per arrivare ad una proficua conclusione delle trattative in termini economici e normativi”. Anaao chiede chiarezza sulle risorse.
13 MAR - La prima riunione all’Aran di ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria non sembra aver sortito risultati tangibili con la maggioranza dei sindacati che si dichiarano insoddisfatti e con l’Agenzia che ha fissato una nuova riunione per il 21 marzo. Uno slittamento che a quanto si apprende è dovuto oggi all’assenza (causa influenza) del presidente Sergio Gasparrini.
 
Sta di fatto che molte organizzazioni dei lavoratori hanno rappresentato la loro forte delusione per il nulla di fatto della riunione.
 
“Sconcerto e perplessità” ha espresso Corrado Bibbolino, Coordinatore FASSID, all’uscita dell’incontro ARAN-Sindacati di oggi. “Ancora nessuna proposta, solo una nuova convocazione per il 21 marzo.  Abbiamo chiesto come gli altri certezza sulla parte economica, trattativa serrata sulla normativa e soprattutto reale difesa del SSN. L’impressione è che ci sia chi a parole esalta il SSN e nei fatti lo smantella. Senza distinzioni politiche. FASSID, come già comunicato, è pronta a riprendere le azioni di protesta”.
 
“Oggi il confronto in Aran con Regioni e Governo si è concluso con un nulla di fatto a parte la definizione di una nuova data per incontrarci” ha dichiarato il presidente FVM, Aldo Grasselli al termine dell’incontro.
 
“L’Aran ha fallito l’obiettivo di avvicinarsi al contratto o ha guadagnato altro tempo per non farlo? A favore di quale obiettivo? C’è un disegno per favorire il regionalismo differenziato e la regionalizzazione dei contratti? Il Comitato di settore che assiste l’Aran nella contrattazione non ha abbozzato alcuna risposta sul tema del finanziamento del 3,48% per tutto il 2018 e sulle altre voci economiche di cui attendiamo certezza della disponibilità. Varrà la pena di confrontarci il 21 marzo, data ipotetica del prossimo incontro, solo se la parte fattoriale avrà trovato una soluzione credibile da proporre alle OOSS.  Senza un accordo sottoscritto tra le parti sulla disponibilità effettiva delle entità economiche la trattativa si può definire morta prima del ri-nascere. Dopo 10 anni non si può tergiversare senza dare risposte a richieste legittime e ormai “storiche””.
 
“Le regioni e il governo – ha proseguito Grasselli -  hanno ben chiare le nostre richieste, diano quindi risposte altrettanto chiare.  Solo su queste basi la contrattazione può decollare e arrivare presto a destino. La parte normativa può essere affrontata insieme a quella economica da subito, ma solo quando le entità economiche in gioco sono state garantite da un accordo politico preliminare. Non vogliamo nemmeno immaginare che non ci sia la volontà datoriale di fare il contratto, ma una nuova inutile riunione in Aran sarebbe una grave provocazione, una offesa della dignità dei lavoratori cui saremo costretti a reagire con i mezzi più energici” ha concluso Grasselli.
 
“Siamo rimasti di stucco dopo l’ennesimo rinvio comunicatoci questa mattina all’ARAN di Roma, al 21 marzo prossimo sulle determinazioni economiche per il rinnovo contrattuale 2016 2018 del comprato della dirigenza sanitaria. Basta con i rinvii. Vorremmo sapere con certezza quali siano le risorse che il Governo destina per dirigenti sanitari” ha dichiarato Fabiola Fini Vice Segretario Generale dello SMI.
 
“Ormai permane da più di 9 anni il blocco dei contratti e non ha più senso parlare di norme contrattuali senza conoscere la reale entità delle risorse economiche disponibili che puntano ad una rivalutazione dell’indennità di esclusività di rapporto e inserimento della stessa tra le voci dello stipendio tabellare e alla restituzione della RIA (retribuzione individuale di anzianità) ai fondi contrattuali”.
 
“L’eccessivo depauperamento delle dotazioni organiche, determinato dal blocco del turnover attuato per anni in molte realtà italiane e la precarizzazione del lavoro a cui si è ricorso per il mantenimento di servizi essenziali hanno frequentemente determinato una riduzione del numero e della qualità dei servizi erogati anche per la destabilizzazione delle equipe lavorative. Ridare dignità ai medici della dirigenza sanitaria vuol dire contribuire a rilanciare il SSN e il suo effettivo scopo di garantire la salute ai cittadini”, conclude Fini, del Sindacato Medici italiani.
 
“Abbiamo partecipato a una riunione inutile, che potremmo dire addirittura offensiva perché nulla di nulla è cambiato nell’atteggiamento e nell’approccio dell’ARAN in un anno, da quando abbiamo abbandonato il tavolo della trattativa per il contratto dei medici atteso da ben 10 anni”. Con queste parole il presidente della Federazione CIMO-FESMED, Guido Quici, ha commentato l’incontro.
 
“E’ come se niente fosse successo in questi lunghi 12 mesi, come se un anno fa non ci fosse stato l’abbandono del tavolo politico e la rottura della trattativa per mancanza di chiarezza e discussione sulla parte economica, come se non vi fossero stati degli scioperi nazionali dei medici e delle manifestazioni di piazza, come se non fossero partite denunce alla Corte dei Conti per i mancati accantonamenti delle Regioni, come se non fossero state rifiutate le proposte di modifica della parte normativa in quanto peggiorative delle condizioni di lavoro, come se non fosse stato superato il limite di scadenza al 31.12.2018 per la chiusura del contratto. Oggi per l’ARAN sembrava non fosse successo tutto ciò, come se in un anno non avessero visto e sentito nulla, e non contasse la voce che i medici, tramite le proprie rappresentanze, hanno fatto sentire in tutti i modi per difendere i propri diritti e il futuro del Sistema Sanitario Nazionale. Una strategia scandalosa e imbarazzante per un’istituzione, che evita anche solo di fare quella minima chiarezza – più volte richiesta da Cimo-Fesmed come primo tassello della discussione - sui modesti adeguamenti economici dovuti per il 2016-18”, ha concluso Quici.
 
“Un incontro interlocutorio cui seguirà una prima data stabilita per il vero e proprio avvio delle trattative, esattamente il 21 marzo. Dopo 11 anni di blocco contrattuale non è più il momento di rimandare” ha sostenuto Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN.
 
“I Medici e i Dirigenti del servizio sanitario nazionale vogliono il contratto e non possono più aspettare. Dopo un anno di proteste, sit-in e due scioperi dobbiamo tirare le somme dei risultati ottenuti e chiudere un contratto peraltro ormai scaduto. Ci sono le condizioni per arrivare ad una proficua conclusione delle trattative in termini economici e normativi. Dobbiamo metterci a lavoro con un calendario serrato e un’agenda di argomenti chiara che ci consenta di mettere a frutto l’intenso lavoro sindacale svolto in questi 12 mesi, evitando brusche frenate che ricadrebbero solo sui lavoratori” ha concluso.
 
“Ad un anno dalle interruzioni delle trattative in Aran oggi sono riprese le trattative. Per certi versi è stato un anno fruttuoso perché si sono chiarite le posizioni e ci ha permesso di portare a casa alcuni primi risultati, come il fatto che l’indennità di esclusività dal 2019 rientra nella massa salariale e poi con le proteste e gli scioperi siamo riusciti a bloccare il comma 687 della manovra che rimandava alle calende greche la possibilità di rinnovare il contratto”. È quanto ha dichiarato il segretario Anaao-Assomed, Carlo Palermo in un video su facebook al termine delle trattative.
 
“Ora - ha specifcato - abbiamo il campo aperto per poter rapidamente, nel giro di 2-3 mesi, raggiungere un risultato utile. Per arrivare però all’obiettivo dev’essere chiarita innanzitutto l’entità dell’incremento e la data di decorrenza, noi continuiamo pensare che l’incremento debba partire da gennaio 2018 e non debba prevedere decurtazioni, così come la Ria e il contributo regionale, che devono essere predefiniti con chiarezza in modo da poter realmente garantire un ristoro alla categoria”.
 
“Un ristoro economico - ha aggiunto - che deve guardare al disagio, oggi le indennità notturne e per i festivi sono vergognose, ridotte e svilite nel loro valore economico perché ferme da circa 10 anni. Altro elemento da valorizzare è la carriera: oggi abbiamo circa 80 mila tra dirigenti medici, veterinari e dirigenti sanitari che conclusi i 5 anni di anzianità non hanno nessuna possibilità di carriera”.
 
“Abbiamo necessità – ha concluso - di creare una carriera professionale. Per fare questo le risorse devono essere disponibili. Abbiamo delle risorse interne come la Ria e gli scatti biennali (fermi al ’95) che i medici lasciano alle aziende nel momento in cui i medici vanno in pensione e che potrebbero essere utilizzate negli anni per poter costruire una carriera”.
 
 
“Le nostre perplessità della vigilia sono state purtroppo confermate – afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC –. Ci troviamo in una situazione di stallo non molto migliorata rispetto a quella dello scorso anno, con l’aggravante che - a dire della controparte - non sarebbe possibile un rinnovo contrattuale limitato principalmente alla parte economica, come auspicato dall’AAROI-EMAC. A questa punto la strada si presenta ancora più in salita, con il forte rischio di dover riprendere la protesta. Al momento è stato fissato, in attesa della convocazione ufficiale, un prossimo appuntamento per il 21 Marzo. Abbiamo chiesto che in quella occasione venga indicata l'entità precisa delle risorse economiche per il triennio, pregiudiziale per proseguire la discussione sulla parte normativa. L'ARAN si è impegnata in tal senso. Crediamo che, quindi, il prossimo giovedì sia una giornata cardine".
13 marzo 2019
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