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Manovra. Parafarmacie: “Incostituzionali le norme sulla liberalizzazione”
Per il Forum Nazionale delle Parafarmacie la norma che prevede l’esclusione dei Comuni sotto i 15mila abitanti dalla liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta viola l'articolo 3 della Costituzione negando ai cittadini dei piccoli centri la possibilità di godere degli effetti della concorrenza.
07 DIC - “Le modifiche introdotte hanno un sicuro profilo d’incostituzionalità perché tutti i cittadini che risiedono nei comuni al di sotto dei 15.000 abitanti (25 milioni) non potranno godere degli effetti della concorrenza e quindi saranno trattati diversamente da quelli che risiedono in comuni più grandi, violando l’ art. 3 della Costituzione)” che cita Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (ndr).
 
Ne è convinto il Forum nazionale delle Parafarmacie, che in una nuova nota diffusa oggi sottolinea come la norma per la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con ricetta medica (art. 32 del decreto legge anticrisi), modificato più volte rispetto alla bozza originaria, “ha subito modifiche che ne limitano la portata e i benefici per una parte importante del Paese”.

Interventi che, secondo Il Forum Parafarmacie, sono stati “voluti, forse meglio dire imposti, da alcuni esponenti del Pdl, rappresentanti in parlamento della casta dei titolari di farmacia, con l’aiuto di alcuni ex Ministri del Governo Berlusconi, che hanno ‘ubbidito’ alle richieste dell’Associazione dei titolari di farmacia. Non solo si sono posti limiti alla concorrenza nella vendita dei farmaci a pagamento, ma anche l’aumento del numero di farmacie sul territorio, annunciato nei giorni scorsi, è stato semplicemente cancellato nella versione finale”.

“Con un colpo di mano ‘arrogante’ – continua la nota - viene introdotta nella manovra l’impossibilità per quasi metà delle parafarmacie italiane situate in Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti di vendere i farmaci con obbligo di ricetta e quindi praticare ai consumatori gli sconti previsti dalla norma”.

Secondo il Forum nazionale delle Parafarmacie, “gli allarmi lanciati in questi giorni dalla casta che difende il proprio monopolio nella distribuzione del farmaco, sono completamente ‘falsi’ e privi di qualsiasi fondamento. Il ‘mercato’ che si apre alla parafarmacia rappresenta il 9% di tutta la spesa farmaceutica italiana, il che tradotto in termini di perdite reali medie per ciascuna farmacia, sulla base delle quote di mercato attuali, è di appena 380 euro/mese. Per questo affermiamo con dati e non con dichiarazioni pretestuose come sta facendo Federfarma, che nessuna farmacia chiuderà e nessun dipendente perderà il posto di lavoro. Il riferimento fatto da Federfarma circa la possibilità che 18.000 dipendenti laureati possano perdere lavoro a seguito della manovra è frutto della logica ‘del terrore’ da sempre utilizzata per ricattare Istituzioni e forze politiche. Un ricatto vero e proprio che va rigettato al mittente. Conferma del fatto che nessuna farmacia dei piccoli centri chiuderà perché protetta dall’assenza di concorrenza (maggiore rapporto abitanti/farmacia) sono i prezzi di vendita delle stesse, alcuni esempi: provincia di Benevento, rurale, unica sede richiesta 2.154.000 euro – Bologna provincia, rurale, unica sede, richiesta 4.200.000 euro – Fermo provincia, rurale, unica sede, richiesta 3.162.500 euro. Si tratta di farmacie con meno di 3000 abitanti!”.

Il Forum nazionale delle Parafarmacie invitano quindi “il Ministro allo Sviluppo Economico, quello alla Salute e tutto il Governo Monti, dopo aver ascoltato le ‘lacrime di coccodrillo’ dei farmacisti titolari, ad incontrare i rappresentanti delle parafarmacie e dei farmacisti non titolari italiani per avere i dati reali. Diversamente, la crescita economica contenuta nella manovra perderà la propria credibilità e con essa l’intero Governo. Ciò che rimarrà saranno solo ‘lacrime e sangue’”.
 
07 dicembre 2011
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