“Gli oltre 86mila trattamenti con l’antivirale Paxlovid dispensati nelle farmacie territoriali, pari a circa il 70% dei quasi 130mila trattamenti avviati, confermano il ruolo decisivo che hanno avuto i farmacisti di comunità per rendere più facile e tempestivo l’accesso a questo farmaco salva-vita e, più in generale, per la tutela della salute dei cittadini durante la pandemia. È del tutto evidente che bisogna puntare sulla prossimità per semplificare l’accesso alle cure ai pazienti e ai loro caregiver, ma anche come elemento di efficienza per il Servizio sanitario”. Lo dichiara Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), commentando il Report riepilogativo del monitoraggio sull’uso dei farmaci antivirali e degli anticorpi monoclonali contro Covid-19 negli ultimi 2 anni e mezzo, diffuso nei giorni scorsi da AIFA.
“Se migliaia di pazienti hanno evitato il rischio di sviluppare la malattia grave e le sue pericolose conseguenze, è stato grazie alla possibilità di ritirare il farmaco nella farmacia sotto casa, potendo contare sulla professionalità e sulla capillarità del farmacista di comunità, anche nelle aree più interne dove spesso le farmacie rappresentano l’unico presidio sanitario”, aggiunge il presidente FOFI. “I dati di AIFA devono farci riflettere sulla necessità di non sprecare la lezione del Covid per costruire le politiche sanitarie del futuro che riguardano da vicino anche la distribuzione del farmaco. La Federazione, già da tempo, ha proposto di riportare sul territorio la dispensazione di tutti i medicinali che per le loro caratteristiche non necessitano di essere gestiti in ambito ospedaliero. Il caso del Paxlovid è emblematico di quanto la capillarità del servizio farmaceutico sia essenziale per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini. Per questo, auspichiamo che il Governo possa accogliere al più presto la nostra proposta”.