Farmacia dei servizi. Schito (Assofarm): “È il momento dei numeri”
Il segretario generale dell’Associazione è importante che Istituzioni e Regioni inizino a parlare anche dei “numeri che dovrebbero sostanziare questa evoluzione epocale del settore” e remunerare l’erogazione dei servizi in Farmacia. Perché questi servizi “richiedono strumentazioni e spazi”, dunque “investimenti che, senza dati certi sulle entrate derivanti dalla loro dispensazione, ben pochi farmacisti sono disposti a fare”.
27 APR - “Siamo di fronte all’ennesimo slogan che più viene ripetuto più rimanda l’attuazione di ciò che esso descrive? La storia recente della farmacia italiana è ricca di vicende finite così, di grandi temi presenti nelle dichiarazioni di tutti eppure mai diventati realtà. Non vorremmo che la stessa cosa avvenisse oggi con la Farmacia dei Servizi”. A dirlo è il segretario generale di Assofarm,
Francesco Schito, che in un
editoriale sulla newsletter dell’Associazione esorta a chiarire anche gli aspetti economici di questo grande progetto chiamato “Farmacia dei servizi”.
“Dalla legge 69 dell’ormai lontano 2009 in poi – evidenzia infatti Schito - si è sempre genericamente parlato di servizi , senza che nulla sia mai accaduto. Così fino alla Pandemia” che ha ridato “vera sostanza ai servizi in farmacia, visti come un tassello del più ampio rilancio della Sanità territoriale. Legame, quest’ultimo, rimarcato recentemente anche dal Ministro alla Salute Orazio Schillaci”.
Oltre alle parole, per il segretario generale di Assofarm servono però anche altre rassicurazioni: “Se telemedicina, vaccinazioni, collaborazioni con altri professionisti sanitari sono ormai concetti “di casa” nel dibattito di settore, non si può dire lo stesso sui meccanismi che dovrebbero remunerare la loro erogazione. Questi servizi richiedono strumentazioni e spazi. Investimenti che, senza dati certi sulle entrate derivanti dalla loro dispensazione, ben pochi farmacisti sono disposti a fare”.
Intanto, spiega Schito, “in attesa che questi nodi vengano sciolti dalle Istituzioni centrali e dalle Regioni che via via prenderanno parte ai tavoli negoziali, dovremmo tutti impegnarci nell’attuazione di servizi che non richiedano gli impegni logistici prima menzionati”. E se da un lato, assicura il segretario generale di Assofarm, “parteciperemo senza indugi ad ogni progetto sperimentale in tal senso, riteniamo invece che per una loro stabilizzazione sistemica servano due precondizioni che da tempo ormai consideriamo imprescindibili: una nuovo sistema di remunerazione del farmacista che valorizzi queste dimensioni di servizio, e un’adeguata formazione dei professionisti sulla dispensazione di farmaci oggi assenti dalla loro pratica quotidiana”.