Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo, è stato riconfermato segretario nazionale di Federfarma nella squadra del presidente Marco Cossolo.
“Proseguirò sin da subito – ha dichiarato Tobia – il mio impegno a sostegno del ruolo della farmacia come primo presidio territoriale di prossimità al servizio dei cittadini nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Molti passi in avanti sono già stati fatti a favore del progetto della ‘farmacia dei servizi’ e la sfida del prossimo triennio sarà anche quella di rendere sostenibile la farmacia nell’attività di dispensazione del farmaco e nell’erogazione di servizi sempre più evoluti e innovativi. In aggiunta all’obiettivo di ottenere il rinnovo della convenzione, ormai scaduta da troppi anni, per il quale Federfarma è impegnata a sviluppare un’efficace interlocuzione con il governo e le istituzioni”.
“Il ruolo sociale del farmacista – prosegue Tobia - comprende anche l’attenzione agli aspetti dell’appropriatezza delle cure. E in tal senso ho avviato nei mesi scorsi l’impegno, a livello nazionale ed europeo, per contrastare il triste fenomeno dell’antibiotico-resistenza, cioè dell’abuso di antibiotici che provoca nel tempo una resistenza dei batteri all’effetto dei farmaci. Questa è la nuova epidemia, perché già oggi provoca in media in Italia 220 casi accertati al giorno di decessi per infezioni ospedaliere resistenti alle cure”.
“La situazione – sottolinea Tobia – è molto preoccupante. Infatti, secondo gli ultimi dati Aifa aggiornati al 2021, in Italia si ha almeno una prescrizione di antibiotici l’anno a tre adulti su dieci, a quattro bambini su dieci, a cinque soggetti over85 su dieci, con un uso inappropriato di questi farmaci che l’Aifa individua nel 24% dei casi.
In Sicilia – è l’allarme lanciato da Tobia – c’è il maggiore consumo di antibiotici del Paese: le tabelle dell’Aifa qui rilevano un consumo medio di 15 dosi al giorno per mille abitanti di antibiotici in generale, che sale a 19,7 dosi al giorno per mille abitanti di antibiotici sistemici. Dato che, se moltiplicato per quattro milioni di abitanti, ci dà la cifra ‘monstre’ di 80mila dosi al giorno. E c’è un incremento superiore alla media nazionale di consumo di cefalosporine di terza e quarta generazione, di fluorochinononi e, soprattutto, di antibiotici a più ampio spettro”.
“Un altro fenomeno da attenzionare – conclude Tobia – è quello dell’aumento del consumo di psicofarmaci, soprattutto fra i più giovani e le donne, con un incremento medio costante del 2% annuo dal 2017 ad oggi, che è salito al 3% durante il lockdown. Uno studio del Cnr calcola che nel 2022 l’uso di psicofarmaci in Italia, con o senza prescrizione medica, ha riguardato 8,5 milioni di persone di età compresa fra i 18 e gli 84 anni, soprattutto donne. L’aspetto più pericoloso è che sempre più spesso le persone per l’acquisto si rivolgono a canali alternativi sul web dove si trovano false farmacie che non forniscono alcuna garanzia e prodotti contraffatti che possono essere fortemente nocivi per la salute”.