La sfida dell’obesità sia fra i temi in agenda del prossimo G7 Salute di ottobre: è questa la richiesta rivolta al Ministro della Salute Orazio Schillaci in una lettera inviata nei giorni scorsi e firmata da sette organizzazioni rappresentative della comunità scientifica, dei pazienti e del mondo politico-istituzionale. Una richiesta che, come già peraltro previsto da un ordine del giorno a firma dell’On. Roberto Pella approvato in legge di bilancio a dicembre scorso alla Camera, nasce dalla constatazione dell’obesità come una delle grandi sfide di salute globale, la cui assenza dall’agenda dei lavori del prossimo G7 Salute colpisce e non può lasciare indifferenti. Da qui l’appello firmato dai Presidenti dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, On. Roberto Pella e Sen. Daniela Sbrollini, dalla Presidente di Amici Obesi, Iris Zani, dal Presidente di Ibdo Foundation, Paolo Sbraccia, dal Presidente di IO-Net Italian Obesity Network, Giuseppe Fatati, dal Presidente di OPEN Italy, Andrea Lenzi, dal Presidente Sid – Società italiana di diabetologia, Angelo Avogaro, dal Presidente Sio – Società italiana dell’obesità, Rocco Barazzoni.
È motivo d’orgoglio – sottolinea la lettera – che l'Italia abbia assunto la Presidenza del G7, e il G7 Salute del prossimo ottobre offrirà al nostro Paese un'opportunità unica per farsi capofila nell'ambito delle più importanti sfide che minacciano la salute globale. Fra queste la sicurezza alimentare, che comprende il tema della malnutrizione, ma anche quello della sovralimentazione, un problema complesso, che va ben oltre l’aspetto dell'alimentazione coinvolgendo anche gli stili di vita, la prevenzione, gli aspetti genetici, che portano allo sviluppo di patologie ad alto impatto di salute pubblica come l'obesità. Proprio l’assenza dell’obesità dai lavori, prosegue la lettera, “ci colpisce, segnalando il rischio di affrontare solo parzialmente le sfide della sicurezza alimentare. L'obesità, parte del più ampio paradosso della nutrizione secondo cui si contrappongono, e in parte si possono addirittura sovrapporre, denutrizione e sovralimentazione, è infatti una patologia cronica, progressiva e recidivante con tassi di crescita che raggiungono proporzioni epidemiche in Italia e nel mondo, anche a livello infantile. Comporta un profondo impatto sulla salute pubblica in quanto fattore di rischio delle patologie croniche più diffuse e pericolose tra la popolazione, prima fra tutte il diabete mellito di tipo 2, ma anche patologie cardiovascolari e tumori, nonché tutte le principali malattie non trasmissibili, causando 4 milioni di decessi annui nel mondo, di cui 1,2 milioni solo in Europa”.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l'allarme “Globesità" per i tassi vertiginosi di crescita del problema, e per le proiezioni che stimano una diffusione che raggiungerà il 70 per cento della popolazione entro il 2030. L'obesità genera anche un importante impatto negativo sull'economia globale: la World Obesity Federation, di cui tutti i firmatari dell’appello sono membri, prevede che l'impatto economico globale del sovrappeso e dell'obesità raggiungerà i 4,32 trilioni di dollari all'anno entro il 2035 se le misure di prevenzione e trattamento non miglioreranno. Si tratta di un valore pari a quasi il 3 per cento del PIL mondiale, paragonabile all'impatto del COVID-19 nel 2020. Il problema colpisce sia i Paesi industrializzati che quelli in via di sviluppo, dove già oltre 115 milioni di persone ne soffrono, e si prevede che entro il 2035 il 79 per cento degli adulti con obesità o sovrappeso vivrà nei Paesi a basso e medio reddito. L'urgenza di una strategia e un piano d'azione e di cooperazione internazionale è l'unica risposta plausibile che guarda ad un futuro sostenibile per i cittadini e per i sistemi sanitari nazionali.
In Italia il quadro è allarmante: 6 milioni di cittadini soffrono di obesità e oltre 23 milioni di persone sono in eccesso di peso, potenziali futuri pazienti. Inoltre, l'Italia svetta tristemente nelle classifiche sull'obesità infantile con la percentuale più elevata, pari al 42 per cento, di bambini in sovrappeso o con obesità nella fascia di età 5-9 anni. Numeri preoccupanti che motivano l’appello. “Chiediamo quindi – conclude la lettera - che il Ministero che Lei ha l'onore di guidare condivida il senso di responsabilità e lo sguardo al futuro della salute e della sostenibilità globale inserendo la sfida dell'obesità tra i temi oggetto di discussione del prossimo G7 salute. L'Italia potrebbe finalmente guidare un cambio di paradigma globale senza precedenti su questa patologia, affrontando in tutta la sua complessità anche il tema della sicurezza alimentare attraverso l'approccio della salute pubblica, considerando la sovralimentazione e gli stili di vita come elementi caratterizzanti dell'obesità e portando l'Italia ad essere promotore di soluzioni innovative e capofila di un piano d'azione globale di contrasto a questa patologia cronica, progressiva e recidivante”.