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Ssn. Schillaci: “Con sforzo comune renderemo la sanità più moderna e rafforzeremo i principi di universalità, equità e uguaglianza”
Lungo intervento del ministro all’evento su “La sanità del futuro. Un bene indivisibile da Nord a Sud”. Schillaci ha parlato di “due priorità” nel suo mandato, il personale sanitario pubblico e i cittadini, a cui “cura e assistenza non devono mancare mai”. Ha ipotizzato una possibile nuova formula di riparto del Fsn “orientata a all’equità” e annunciato una sperimentazione per il finanziamento degli ospedali, perché “l’attuale sistema per prestazioni ha generato incentivi talvolta perversi e spesso inappropriatezza”.
11 DIC - “La cura e l’assistenza non deve mancare mai, nei confronti di tutti i cittadini, soprattutto di chi ha di meno e non può essere mortificato dalla disorganizzazione e, fatemelo dire, in qualche caso anche dalla malafede”. Ma “sono fiducioso che attraverso uno sforzo comune riusciremo a rende la nostra sanità più moderna e rafforzeremo i principi di universalità, equità e uguaglianza, che sono i principi fondanti del nostro Ssn”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aprendo i lavori dell’evento “La sanità del futuro. Un bene indivisibile da Nord a Sud”, promosso al ministero della Salute.

Nel suo lungo intervento, Schillaci ha esordito spiegando come la salute “deve essere intesa non solo come assenza di malattia, ma come benessere psicofisico, e abbiamo a cuore, e tanto, anche il tema importante e delicato della salute mentale”. Tuttavia oggi “ci sono troppe differenze tra Nord e Sud, e un divario tra le molte eccellenze e le tante strutture dove regnano gli sprechi, tanto da nom riuscire nemmeno a garantire i Lea”.

Il ministro ha quindi spiegato di avere “due priorità” del suo mandato: “La prima è il personale sanitario pubblico”, con “la professione che deve ritornare attrattiva sia dal punto di vista economico che di condizioni lavorative”, l’altra “sono i cittadini, a cui dobbiamo continuare a garantire un servizio pubblico più efficiente e un’assistenza adeguata ai nuovi bisogni di salute”.

“Abbiamo di fronte a noi divere sfide complesse, che richiedono uno sforzo comune per la sanità del futuro, che deve essere un bene indivisibile da Nord a Sud”, ha quindi detto Schillaci che, parlando di Pnrr, ha fatto sapere che “non ci sono né tagli né definanziamenti nella rimodulazione della missione salute del PNRR. Tutte le case di comunità, tutti gli ospedali di comunità previsti nel PNRR saranno realizzati. Una parte anche con altre fonti di finanziamento. Rivendico invece che nella negoziazione con la Commissione Europea abbiamo ottenuto di spostare 750 milioni di euro su due leve fondamentali sulla sanità di prossimità: 500 milioni in più sulla telemedicina e 250 milioni in più sull'assistenza domiciliare. In questo modo abbiamo aumentato a 300 mila i nuovi assistiti con servizi di telemedicina entro il 2025 (100 mila in più rispetto al target iniziale) e 842 mila gli over-65 assistiti con assistenza domiciliare integrata (42 mila in più rispetto al target iniziale)”.

Il ministro ha poi evidenziato il ruolo della prevenzione, sostenendo che “non è più pensabile nell’attuale contesto demografico, sociale ed economico che si destini alla prevenzione solo il 5% delle risorse investite in salute. Se non si cambia, non riusciremo mai a mettere in sicurezza il bene salute”.

Ma per il ministro, il Ssn, a 45 anni dalla sua istituzione, ha bisogno anche di altri interventi, di essere riformato. “Questo percorso si baserà su alcuni pilatri, in primo luogo un nuovo Patto con le regioni e con i cittadini, superando la logica negoziale dei Patti per la salute per promuovere una governance davvero condivisa con gli stakeholder della sanità”. Oltre a investire sul sistema si offerta, per Schillaci si dovrà anche “investire sul governo della domanda”.

Sarà inoltre valutata “l’opportunità di una nuova formula di riparto delle risorse tra le regioni orientata a all’equità che tenga conto delle disparità che ancora esistono in termini di accesso, di assistenze ed esiti della popolazione assistita”. Per il ministro, “l’azione per garantire maggiore equità passa anche per una più incisiva azione del ministero della Salute attraverso gli obiettivi di piano da condividere con le regioni”.

Da rivedere anche il modello di finanziamento agli ospedali, perché “l’attuale sistema per prestazioni ha generato incentivi talvolta perversi e spesso inappropriatezza”. Oggi gli strumenti a disposizione permettono invece di sperimentare forme di pagamento basate “sul valore, sugli esiti e la qualità delle prestazioni. Pensiamo – ha quindi annunciato Schillaci – di individuare una regione pilota e di avviare una forma sperimentale di pagamento ibrido, parallela a quella attuale, che permetta di tenere conto dei volumi delle attività ma anche degli esiti prodotti”.

L.C.
11 dicembre 2023
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