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Tumori. Schillaci: “Lotta al cancro è una priorità”
Il Ministro della Salute: “Grazie allo sviluppo della diagnostica, agli screening, alle migliori capacità di cura, abbiamo un numero sempre maggiore di persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore. Eppure, alla guarigione dal punto di vista medico non corrisponde ancora una guarigione giuridica e sociale”.
27 OTT -

“Purtroppo, chi guarisce dal cancro si trova ancora di fronte ad alti steccati che ostacolano il ritorno alla normalità. Succede nella ricerca del lavoro, nelle adozioni, nella sottoscrizione di un mutuo o di un’assicurazione: tutte circostanze nelle quali l’aver avuto un tumore pesa come uno stigma incancellabile”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un video messaggio inviato all’incontro ‘Oblio oncologico: una battaglia di civiltà’, in corso a Roma, nella sede del Cnel, ente che ha promosso la legge sul tema, già passata alla Camera e in attesa del voto al Senato. “Porre fine a queste discriminazioni è, appunto, una ‘battaglia di civiltà", ha aggiunto Schillaci.

“Ho fortemente sostenuto la legge sull’oblio oncologico per garantire diritti e parità di trattamento alle persone che escono dalla malattia neoplastica”, ha sottolineato Schillaci. “Insieme al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e con tutto il Governo, abbiamo seguito con grande attenzione l’iter della legge, assicurando il supporto necessario per procedere speditamente. Considero un grande traguardo sul piano umano e sociale la convergenza di tutte le forze politiche su questa legge". Del resto, “il pieno reinserimento sociale è cruciale nel percorso del paziente oncologico e anche il reinserimento lavorativo è tra gli obiettivi del Piano oncologico nazionale 2023-2027 con cui puntiamo a rafforzare la prevenzione, le reti oncologiche regionali, l’informazione ai pazienti, la ricerca. Perché la lotta al cancro è una priorità assoluta per il ministero della Salute. E soprattutto richiede il contributo di tutti".

“Nel 2020 sono stati stimati in oltre 3 milioni e seicentomila i pazienti viventi dopo la diagnosi di malattia oncologica. Si tratta di circa il 37% in più di quanto si osservava 10 anni prima. E il 27% di queste persone è considerato ‘guarito’, ovvero la sua aspettativa di vita è pressoché uguale a quella di chi non si è mai ammalato. Grazie allo sviluppo della diagnostica, agli screening, alle migliori capacità di cura, abbiamo un numero sempre maggiore di persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore. Eppure, alla guarigione dal punto di vista medico non corrisponde ancora una guarigione giuridica e sociale”, ha aggiunto Schillaci.

"I progressi della medicina ci chiamano a un cambiamento culturale, sociale e ad un avanzamento di civiltà", sottolinea. E sull’oblio oncologico “una volta di più, dobbiamo essere grati alle associazioni per aver dato voce a un’istanza le cui ragioni sono così importanti ed evidenti".

27 ottobre 2023
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