La partita sul payback dei dispositivi medici non è terminata e il Governo ha tutta l’intenzione intervenire ancora sulla materia anche per costruire un sistema di governance dei tetti di spesa e di tutto il monitoraggio del comparto in grado a regime di fornire chiarezza a Regioni e aziende ed evitare shock come accaduto con il ripiano degli sfondamenti del 2015-2018.
Il percorso però è lungo e ancora denso d’incognite soprattutto a livello di risorse. Ma andiamo per tappe. A quanto si apprende un primo segnale arriverà con un impegno formale a modificare la normativa già nel Dl Enti Locali.
Ma il piatto forte dovrebbe arrivare con la prossima Legge di Bilancio. Se ci saranno le risorse (si attende di sapere quanto arriverà dalla misura sugli extra profitti delle aziende energetiche e anche dal quadro economico generale) l’idea è quella a partire dal 2024 di alzare di un punto l’anno fino al 2026 il tetto di spesa oggi al 4,4% del Fondo sanitario. In sostanza nel 2024 il tetto salirebbe al 5,4%, nel 2025 al 6,4% e nel 2026 al 7,4% e poi a regime dal 2027. Il tutto dovrebbe costare quasi 2 mld di euro. Un piano quindi di legislatura ma che prevede anche un forte intervento a livello di controllo sia degli ordini fatti dalle Regioni sia della nomenclatura dei dispositivi. Insomma, un tetto più alto a disposizione delle Regioni ma pure regole e controlli più ferrei per meglio monitorare la spesa ed evitare il caos dell’ultimo anno.
L’intervento su cui è al lavoro il Governo, che oggi incontrerà le aziende, però toccherà anche il payback 2019-2023 su cui non si hanno ancora i dati certi in merito alle cifre dello sfondamento tenuto anche conto che tutti i dispositivi acquistati per far fronte alla pandemia non rientreranno per legge nel calcolo del tetto di spesa. Anche qui serviranno risorse per non rischiare di mandare in tilt sia i bilanci di Stato e Regioni sia quelli delle aziende.
Imprese, soprattutto le Pmi, che sono già in sofferenza per il miliardo che dovranno saldare per il 2015-2018 e su cui l’Esecutivo sta cercando di intervenire per dar modo alle aziende di pagare il dovuto senza rischiare di portare il libri in tribunale.
L.F.