Autonomia Differenziata. Calderoli incontra i presidenti dei Consigli regionali: “Chi non la vuole se ne assuma la responsabilità se vede migliorare gli altri”
Confronto ieri tra il ministro e la Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni. Per Calderoli l'autonomia differenziata porterà l’Italia “a correre come un treno ad alta velocità, valorizzando le differenti eccellenze di ciascun territorio con l’obiettivo di ridurre i divari attuali che il centralismo ha generato”. Chi non vuole cogliere la sfida, “si assuma però la responsabilità di questa scelta se nel frattempo chi ha richiesto l’autonomia poi dovesse migliorare”.
07 APR - “Prosegue il mio impegno ad informare e coinvolgere sulla riforma dell'autonomia differenziata e sue potenzialità per tutto il Paese”. Con queste parole il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie,
Roberto Calderoli, interviene su Facebook a margine dell’incontro avvenuto ieri con la Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni. Un’occasione, ha proseguito il ministro, per “rispondere alle questioni poste, risolvendo diversi dubbi che sono stati sollevati. Ho ribadito anche in questa sede l'importanza del progetto per portare l’Italia a correre come un treno ad alta velocità, valorizzando le differenti eccellenze di ciascun territorio con l’obiettivo di ridurre i divari attuali che il centralismo ha generato”.
“A chi si ostina a dire che l’autonomia spacca il Paese e aumenta il gap tra nord e sud – ha evidenziato il ministro - continuo a rispondere che proprio questa riforma può essere la soluzione alle sperequazioni attuali perché metterà in condizione tutti di valorizzare le proprie peculiarità. Ci sono i fondi e c’è la possibilità di utilizzarli per colmare il divario. Chi non volesse cogliere la sfida può sempre scegliere di non richiedere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, assumendosi però la responsabilità di questa scelta se nel frattempo chi ha richiesto l’autonomia poi dovesse migliorare”.
“Non mi stancherò mai di ripetere – ha concluso il ministro - che autonomia fa rima con responsabilità e trasparenza, due concetti fondamentali per l’amministrazione pubblica che possono essere un valore aggiunto ad ogni livello. L’Italia può e deve fare un salto di qualità, che può arrivare dai territori proprio grazie all’autonomia differenziata”.
In merito al confronto hanno riferito con proprie note anche alcuni presidenti dei Consigli regionali.
Roberto Ciambetti del Veneto ha parlato di “un incontro proficuo, per il quale ringrazio il Ministro Calderoli, e che rappresenta un utile metodo di lavoro per consentire a tutte le Assemblee legislative regionali di arrivare preparate al confronto e all’applicazione delle deleghe che arriveranno, in maniera da essere efficaci ed efficienti nell’attività legislativa regionale, consentendo di conoscere in tempo utile gli adempimenti che arriveranno ai Consigli regionali, che riusciranno così a svolgere un utile lavoro preparatorio, dimostrando ancor più il loro ruolo e la loro centralità”.
“Con l’obiettivo comune di costruire un regionalismo maturo – ha proseguito Ciambetti -, i Consigli regionali sono impegnati per consolidare una continuità istituzionale di lavoro con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie e con tutte le istituzioni: sono convinto che solo attraverso un confronto ed un approfondimento costanti si riesca a raggiungere un’intesa in grado di riconoscere la funzione cruciale delle Regioni nel contesto nazionale”.
Per
Federico Romani, della Lombardia, “l’autonomia è la stella polare che dovrà guidare nei prossimi mesi l’azione del Governo nazionale e a cui si dovranno ispirare le legislazioni regionali. Il nostro Paese ne ha bisogno. L'Autonomia è l'occasione per ridare dignità ai territori portandoli verso uno spirito di leale collaborazione e solidarietà per poter essere sempre più competitivi, per esempio nei trasporti, nell'istruzione, nel lavoro, nei rapporti internazionali. Il tutto nel pieno rispetto dei diritti civili e sociali. Non a caso noi per primi in Lombardia chiamammo il nostro statuto regionale Statuto d’Autonomia, creando un modello su cui iniziare un cammino”, ha concluso Romani.
“Sostengo da tempo che l’attuazione dell’autonomia regionale differenziata, nel rispetto dell’articolo 5 della Costituzione che prevede l’unitarietà e l’indivisibilità della Repubblica, è una sfida per la modernizzazione degli assetti della Repubblica, con particolare attenzione alla promozione delle autonomie locali e al soddisfacimento e tutela dei diritti dei cittadini”, ha detto
Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria. “Una sfida – ha aggiunto - che il Sud deve affrontare a testa alta, esercitando un protagonismo dinamico e propositivo”.
“Ci si aspetta – ha detto ancora Mancuso - l’individuazione del ‘Lep’, con relativi costi e fabbisogni standard, che vanno garantiti su tutto il territorio nazionale; la fine del metodo della ‘spesa storica’, che da decenni svantaggia il Sud e che, infatti, è superata dal ‘ddl’ approvato dal Consiglio dei ministri il 16 marzo e, al contempo, la definizione (da parte del Parlamento) delle materie e degli ambiti concernenti i Livelli essenziali delle prestazioni”.
Ad avviso del presidente del Consiglio regionale della Calabria, “con la recente istituzione del Comitato per l’individuazione dei ‘Lep’, presieduto dal prof. Sabino Cassese e composto da 61 esperti che coadiuveranno la ‘Cabina di regia’ per l’autonomia differenziata istituita con la legge di bilancio 2023, si va nella direzione giusta ed auspicata dal sottoscritto e dal presidente Occhiuto”.
Walter Kaswalder, che ha partecipato alla riunione in rappresentanza del Consiglio provinciale di Trento, ha espresso un generale favore verso la prospettiva di un allargamento delle prerogative autonomistiche dei territori, ricordando al contempo al ministro “le peculiarità della Provincia di Trento, chiamata a gestire tra l'altro un complesso territorio di montagna, non certo raffrontabile e omologabile - anche in relazione al costo dei servizi pubblici - rispetto alle regioni di pianura”.
Anche il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, ha ribadito a Calderoli “l’assoluta attualità dello status di specialità delle nostre Regioni e l’esigenza di rilanciarne contenuti e prerogative, nel quadro della più ampia riforma sull’autonomia differenziata”. “Il Ministro – ha aggiunto Pais - ha, come sempre, condiviso e mostrato massima disponibilità e apertura alle istanze avanzategli durante la riunione, così come è successo per il pronto inserimento del rispetto del principio di insularità nel ddl, e ha confermato la sua prossima presenza al Consiglio regionale della Sardegna”.
Per Pas “la specialità, per essere pienamente attuata, ha bisogno di interventi coordinati e permanenti tra lo Stato e la singola Regione speciale, in quanto incide su aspetti fondamentali, quali -a titolo di esempio- trasporti, energia ma anche risorse aggiuntive necessarie per colmare gli svantaggi dell’insularità, che – conclude il presidente del Consiglio regionale della Sardegna – non possono essere affrontati con i soli strumenti autonomistici.”