Il Governo alla vigilia della protesta indetta domani dalle aziende sta studiando una proroga al 30 aprile per il pagamento dei 2,2 miliardi del payback 2015-2018 da parte delle aziende di dispositivi medici. Questa a quanto si apprende è una delle risultanze di una riunione di maggioranza che si è tenuta oggi al Mef. La proroga dovrebbe essere contenuta in un decreto legge di prossima emanazione.
Ma non solo nella riunione, sempre secondo quanto filtrato, si è parlato anche di una riscrittura dei criteri del payback che secondo quanto denunciato dalle aziende oggi non è equo. Inoltre, qualora i conti dello Stato in primavera dovessero essere migliori c’è anche l’ipotesi di una riduzione degli importi da pagare e di un innalzamento del tetto di spesa dall’attuale 4,4% al 5,2%.
“Stiamo lavorando da mesi con le Istituzioni per far comprendere i rischi per la sanità italiana e per le aziende del settore che stanno per essere messe in ginocchio dal payback”, dichiara Massimo Riem, presidente Fifo Sanità Confcommercio. “Le micro, piccole e medie imprese fornitrici di dispositivi medici non potrebbero mai superare tali richieste, siamo riusciti a dar loro una piccola boccata d'ossigeno. Ma sappiamo che questa sospensione - ribadisce - non rappresenta la soluzione al problema. Adesso chiediamo con urgenza un tavolo di confronto per poter definire il superamento del payback sui dispositivi medici, precisando che le responsabilità di eventuali sforamenti pregressi e futuri devono restare in capo alle singole Regioni”.
L.F.