Accertamento invalidità oncologica. Al Senato mozione "taglia tempi"
27 LUG - “Garantire tempi certi dell'accertamento a tutela dei pazienti oncologici contrastando le numerose inadempienze locali è una battaglia di civiltà". Questo il prioritario obiettivo della mozione urgente proposta dalla senatrice del Pdl, Dorina Bianchi e sottoscritta da 79 senatori.
“L'iniziativa parlamentare - spiega Bianchi, che ieri ha illustrato i contenuti della mozione nel corso di una conferenza stampa - chiede la piena e concreta attuazione di quanto previsto dall'articolo 6 della Legge 9 marzo 2006, n. 80 sulla semplificazione degli adempimenti amministrativi per le persone con disabilità. Un articolo ancora oggi largamente disatteso e che stabilisce che l'accertamento dell'invalidità civile ovvero dell'handicap, riguardante soggetti con patologie oncologiche debba essere effettuato dalle preposte Commissioni mediche Asl entro 15 giorni dalla domanda dell'interessato, avendo, peraltro, efficacia immediata per il godimento dei benefici da esso derivanti”.
La modalità proposta per dare piena attuazione a questo fondamentale strumento di tutela dei cittadini è il conferimento di un ruolo di sussidiarietà accertativa all'Inps. In altri termini, il cittadino con patologia neoplastica in caso d'inadempienza da parte delle commissioni Asl, potrebbe vedere soddisfatti i propri diritti di tempestività del riconoscimento rivolgendosi direttamente all'Istituto nazionale di previdenza.
In Italia, secondo dati Inps sull’invalidità civile relativi all’anno 2011, sono necessari tra i 45 ed i 63 giorni per la visita di accertamento dell’invalidità civile delle patologie neoplastiche con punte che toccano oltre i 110 giorni quando si parla di Campania e Calabria, malgrado nel caso delle patologie neoplastiche il tempo dovrebbe essere, appunto, limitato a soli 15 giorni come previsto dalla Legge 80/2006. Il range distingue i casi con verbale Asl cartaceo, significativamente più lunghi da quelli telematici.
Nel dettaglio delle performance regionali per l'invito a visita presso la Commissione Medica Integrata, Marche (18 giorni), Lombardia (23 giorni), Abruzzo (29 giorni) e Puglia (31 giorni) presentano il miglior tempo medio di definizione sanitaria per i casi con verbale Asl telematico. In coda Campania (61 giorni), Calabria (60 giorni) e Molise (58 giorni).
Un quadro territoriale che non cambia, anzi consolida un’ulteriore distanza tra realtà sanitarie, anche se si passa all'analisi della versione cartacea: si passa da un tempo medio di definizione di appena 47 e 49 giorni rispettivamente dell'Emilia Romagna e Lombardia a ben 112 giorni della Campania e 111 giorni della Calabria.
Il complesso dei costi sociali ascrivibili al tumore in Italia ogni anno, considerando i pazienti con diagnosi di tumore a cinque anni, è - secondo l'Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici - di 36,4 miliardi di euro pari al 2,3 per cento del Pil italiano. Una quantificazione delle voci generate dal tumore che, nella sola Calabria, si materializza in uscite monetarie, mancati redditi e valore dell'assistenza prestata per un ammontare di oltre 1,2 miliardi di euro pari addirittura al 3,1 per cento della ricchezza regionale.
In Italia - secondo i dati dell'Aiom - vi sono circa 2.250.000 persone (che rappresentano oltre il 4% della popolazione residente) che vivono avendo avuto una precedente diagnosi di tumore. Circa 1.000.000 sono uomini (44%) e circa 1.250.000 sono donne (56%). Il 9% degli italiani che convive con la precedente diagnosi di tumore (quasi 200.000 soggetti) ha un'età compresa tra 0 e 44 anni, il 19% (oltre 400.000 soggetti) un'età compresa tra 45 e 59 anni, il 39% (quasi 900.000 soggetti) un'età compresa tra 60 e 74 anni e, infine, il 34% (oltre 750.000 soggetti) un'età superiore a 75 anni.
In Calabria i soggetti stimati con precedente diagnosi di tumore sono poco meno di 75.000, oltre 6.400 i pazienti in vita under 44 anni.
Il disagio sociale indotti dalle patologie oncologiche emerge con evidenza da alcuni dati statistici. In primo luogo, nell’ultimo decennio le neoplasie hanno costituito la causa di gran lunga prevalente (33% del totale) dei riconoscimenti di prestazioni previdenziali (assegno di invalidità e pensione d’inabilità) per i lavoratori assicurati, superando in tal senso, a partire dal 2005 e con evidenza sempre maggiore, le patologie cardio-vascolari.
In ambito assistenziale, nel 2011 inoltre, le patologie neoplastiche hanno costituito ben il 31% (67.731 su 220.779) delle cause di concessione dei relativi benefici economici (assegno mensile, pensione di inabilità, indennità di accompagnamento), con un indice di accoglimento della prestazione rispetto ai verbali definiti del 71%. Anche in materia di riconoscimento della condizione di handicap con connotazione di gravità, infine, in base ai dati relativi al 2011, le patologie oncologiche costituiscono, con il 31% , la prima causa di concessione.
In particolare nel 2011, in Calabria, la percentuale di accoglimenti di prestazioni economiche di invalidità civile per neoplasie è più alta rispetto alla media nazionale di circa 4 punti (35% invece che 31%). Significativamente più alta del nazionale appare anche la percentuale di accoglimenti di handicap gravi per neoplasie (38% invece che 31%).