“Le dichiarazioni del Ministro Schillaci che sono seguite all’approvazione definitiva del decreto liste di attesa suonano come la stanca e rituale ripetizione di un ritornello che abbiamo già sentito innumerevoli volte. Con un’amnesia gigantesca che riguarda il tema, sollevato con forza anche dall’unanimitá delle Regioni, che riguarda le risorse. Che non ci sono”. Lo scrive in una nota il segretario nazionale di Fp Cgil, Michele Vannini.
“In secondo luogo - osserva - il ministro continua a descrivere una realtà che non esiste quando annuncia, per la millesima volta nel corso degli ultimi due anni, di aver eliminato il tetto di spesa alle assunzioni. Che domani sarà ancora lì, e la cui presunta eliminazione si rinvia al prossimo anno subordinandola all’approvazione di indicatori di cui nessuno, neppure le Regioni, ha notizia. Quindi una misura che si candida ad essere l’ennesimo annuncio vuoto”.
“L’idea, poi, di ridurre le liste d’attesa innalzando l’orario di lavoro del personale sanitario (perché a questo corrispondono le prestazioni aggiuntive) - prosegue Vannini - suona come un insulto a un personale stremato che chiede, invece, di avere un adeguato riconoscimento con un contratto dignitoso. Il presunto sostegno, infine, che il ministro sostiene di aver messo in campo a favore delle Regioni del Sud con ‘interventi di adeguamento tecnologico e formazione di personale per potenziare l’assistenza sociosanitaria’, risulta a tutti gli effetti una presa in giro, se dichiarato dal membro di un governo che attraverso l’autonomia differenziata produrrà, fra l’altro, il definitivo affossamento del servizio sanitario nazionale quale erogatore di salute universale e pubblico così come previsto dalla Costituzione. Un Ssn che è in enorme difficoltà come denunciamo da tempo. Un’ennesima conferma viene anche oggi dai dati del Rapporto di Cittadinanzattiva”.
“Anche per fermare questo disegno siamo in campo per raccogliere le firme per il referendum abrogativo sulla legge Calderoli sull’autonomia differenziata”, conclude Vannini.
“Non solo non ci sono risposte concrete, non c'è proprio la benché minima risposta. Un’altra occasione persa. Solo un'operazione propaganda, solo qualche slogan a cui non crede neanche il Ministro Schillaci”. Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi in seguito alla conversione in legge del decreto liste d’attesa.
“Una propaganda - sottolinea la dirigente sindacale - povera di contenuti e di concretezza. Resta la vecchia ricetta, tanto cara al Governo, di ricorrere al privato a cui dirottare le risorse pubbliche, accelerando la privatizzazione della sanità e, in prospettiva, svuotando i portafogli delle persone”.
“Il Ministro Schillaci - aggiunge - parla di salvifici interventi strutturali. E quali sarebbero? Quelli già previsti dal 2019 nel Piano Nazionale per il Governo Liste d'attesa? E soprattutto con quali risorse? Con quali strumenti? Con quale personale?”
“Parlare di ‘interventi strutturali’ con zero risorse, in un quadro di drammatico sottofinanziamento del SSN significa solo prendere in giro i cittadini e il personale che nel e per il Servizio sanitario nazionale lavora”, conclude Barbaresi.