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Apparecchi acustici. Antitrust: “In Italia prezzi medi più alti rispetto ad altri Paesi comparabili e scarsa trasparenza. Serve un ‘Buono-udito’”
Il Garante ha chiuso l’indagine avviata lo scorso settembre e ha inviato una segnalazione a Parlamento, Salue, Mef, Agenas e Regioni. “Garantire, anche attraverso interventi di tipo normativo-regolatorio, una chiara e distinta indicazione al pubblico del prezzo del dispositivo rispetto a quello dei relativi servizi offerti all’utilizzatore”. Proposta l’introduzione di un ‘Buono-udito”. IL DOCUMENTO
09 APR -

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso l’indagine conoscitiva, avviata a settembre 2023, dedicata agli apparecchi acustici. Sono almeno 7 milioni gli italiani che soffrono di problemi di udito e di questi circa 2,5 milioni già utilizzano apparecchi acustici. “Rispetto ad altri Paesi comparabili – rileva il Garante -, come la Francia, in Italia il prezzo medio per singolo dispositivo (compreso tra 1.500 e 2.100 euro) risulta superiore e con minori sostegni pubblici all’acquisto”.

L’indagine ha rilevato una “scarsa trasparenza delle condizioni commerciali praticate al pubblico: i consumatori hanno difficoltà nell’ottenere informazioni chiare sia di tipo tecnico sia sul prezzo dell’apparecchio e dei servizi connessi, di solito venduti abbinati e senza alcuna distinzione. I servizi rappresentano la spesa principale nel pacchetto, fatto che però non viene percepito dai consumatori”. L’Autorità ha pertanto segnalato a Parlamento, ministero della Salute, ministero dell’Economia, Agenas, Regioni e Province Autonome “l’opportunità di garantire, anche attraverso interventi di tipo normativo-regolatorio, una chiara e distinta indicazione al pubblico del prezzo del dispositivo rispetto a quello dei relativi servizi offerti all’utilizzatore”.

Per quanto riguarda gli apparecchi acustici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, dall’indagine sono “emerse gravi difficoltà nelle procedure di acquisto pubblico, dovute a una normativa poco chiara che ha pregiudicato l’effettiva attuazione dei livelli essenziali di assistenza, oltre alla forte opposizione dei principali operatori commerciali”.

A fronte della possibilità che le forniture pubbliche tornino a un regime “a tariffa” - sulla base di modifiche legate all’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario dell’assistenza protesica -, l’Autorità ritiene che, “a garanzia dell’efficienza della spesa pubblica e in un’ottica di rafforzamento dei meccanismi concorrenziali, le amministrazioni interessate possano svolgere gare”.

L’Antitrust ha anche sottolineato che è “opportuno assegnare l’importo del rimborso direttamente all’assistito attraverso l’introduzione di un “voucher” o “buono-udito”, per sostenere una concorrenza tra fornitori di prodotti e di servizi che consenta di accedere a un’offerta appropriata e tecnologicamente aggiornata”.

09 aprile 2024
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