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Piano Pandemico. Driece: “Non esiste alcuna cessione di potere all’Oms. L’accordo servirà per prevenire future pandemie”
A sfatare le fake news circolanti sull'accorso è direttamente il copresidente dell'Ufficio dell'organismo negoziale intergovernativo sull'accordo pandemico. "Se accettiamo il testo così com’è oggi, potremmo impegnarci a rafforzare i nostri sforzi per prevenire anche solo il verificarsi di pandemie". Per farlo si dovranno "rafforzare le politiche sulle ricadute delle malattie dagli animali all’uomo, assicurare di avere tutte le capacità di laboratorio, le capacità di ricerca, ma anche che ci sia il maggior scambio possibile di informazioni sulle malattie".
20 MAR -

Per non ripetere gli stessi errori verificatesi durante il Covid servirà un impegno comune sul nuovo piano pandemico. Un piano che non prevede alcuna cessione di sovranità all'Oms ma che, se approvato nella bozza di testo odierna, permetterebbe di rafforzare gli impegni comuni per prevenire l'insorgenza di una futura pandemia rafforzando i sistemi di controllo e monitoraggio sulle possibili ricadute delle malattie dagli animali all’uomo, potenziando le capacità di laboratorio e di ricerca e incrementando lo scambio di informazioni sulle malattie.

Ne è convinto Roland Driece, copresidente dell'Ufficio dell'organismo negoziale intergovernativo dell'accordo pandemico, che approfondisce questa tematica in un'intervista pubblicata dall'Oms Europa.

"Il mondo sta attraversando la più grande sfida sanitaria globale che abbiamo visto da molto tempo, la pandemia di Covid. È anche abbastanza chiaro che noi, come paesi e collettivamente, non eravamo pronti. Non disponevamo quasi di infrastrutture per cooperare in modo efficace e ciò ha portato, in parte, alla situazione in cui alcuni paesi avevano ampio accesso alle contromisure mediche, mentre altri non ne avevano nulla. Inoltre molti paesi non disponevano di politiche per prevenire le pandemie, quindi non esistevano sistemi con cui collaborare in questo senso. Questo è ciò su cui stiamo cercando di migliorare", ha spiegato.

"Gli elementi sul tavolo sono tanti e bisognerà vedere in che modo tutti i membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (praticamente tutti i paesi del mondo) riusciranno a metterli d’accordo. Il livello di ambizione è ancora da stabilire. Tuttavia, se guardiamo al lato positivo, se accettiamo il testo così com’è oggi, potremmo impegnarci a rafforzare i nostri sforzi per prevenire anche solo il verificarsi di pandemie. Se ti assicuri che la possibilità che si verifichi una pandemia sia la minima possibile, non dovrai nemmeno prepararti o rispondere ad esse".

Ma come, in concreto, si potranno prevenire future pandemie? "Rafforzando le politiche sulle ricadute delle malattie dagli animali all’uomo, ad esempio. Assicurandosi di avere tutte le capacità di laboratorio, le capacità di ricerca in atto, ma anche di assicurarsi che ci sia il maggior scambio e accesso senza ostacoli possibile alle informazioni sulle malattie. Questo è importante perché poi sai cosa sta succedendo nel mondo e come preparare le contromisure. Ciò che stiamo cercando di fare nel trattato è stabilire un sistema che offra il miglior accesso possibile alle informazioni sugli agenti patogeni, ma anche un accesso più equo ai prodotti che ne derivano, ad esempio i vaccini. Stiamo anche cercando di coordinare molto meglio tutti gli strumenti finanziari disponibili per svolgere questo importante lavoro", ha aggiunto.

"In un mondo perfetto, se rendessimo il trattato quanto più forte possibile, saremmo meno esposti alla possibilità che le pandemie si ripetano. Questa possibilità non sarà mai pari a zero, ma se lo facciamo bene, le possibilità che le pandemie si verifichino nello stesso modo e si diffondano in tutto il mondo sono minori. Quindi, come individuo, non noterai nulla, e questo è un bene! Ma, se la prevenzione non è perfetta e si verifica una pandemia, allora il tuo Paese sarà molto più preparato ad affrontarla e ci saranno sistemi in atto tra i Paesi per aiutarsi a vicenda. Ci sarà una maggiore probabilità di accesso alle contromisure mediche. Un altro esempio di ciò che stiamo cercando di fare è rafforzare la capacità produttiva nei paesi in cui è attualmente limitata. Stiamo cercando di rafforzare le capacità di ricerca verso prodotti che possano essere utilizzati in tempi di pandemia", ha spiegato Driece.

Non sono mancate nell'intervista alcune puntualizzazioni sulle fake news circolanti riguardo questo accordo. Ad esempio, sul tema della cessione di sovranità da parte dei singoli Paesi in favore dell'Oms: "Tutti i testi sono disponibili affinché il pubblico possa vederli. C'è qualcosa che puoi leggere in quel testo che riguarda la cessione della sovranità? No niente. Niente di niente. Non si tratta di questo. Si tratta di cooperazione tra gli Stati membri".

Quanto poi alla facoltà da parte dell’Oms di costringere le persone a rispettare misure come il lockdown o la vaccinazione obbligatoria: "Pensi davvero che il governo degli Stati Uniti o il governo della Russia, il governo dei Paesi Bassi o chiunque altro firmerebbe mai una cosa del genere? Ovviamente questo non accadrà mai ed è giusto che sia così".

"Rischiamo di ripetere gli stessi errori, la prossima volta. È tutto molto comprensibile, ma è anche un peccato che noi, come esseri umani, non siamo così bravi a risolvere problemi che non ci sono più, o che non ci sono ancora. Le persone trovano più facile mettere sul tavolo 50 miliardi quando il problema c’è piuttosto che 1 miliardo quando il problema non c’è ancora. E questo è preoccupante, ma dobbiamo vedere come possiamo affrontarlo. I colloqui riprenderanno il 18 marzo 2024. La cosa difficile è che non ci resta molto tempo. Abbiamo solo ancora qualche giorno di negoziati davanti a noi, le prossime due settimane, e forse anche un po’ di più, ma poi bisognerà farlo. Dobbiamo vedere quanto i paesi saranno pronti a scendere a compromessi", ha concluso Driece.

20 marzo 2024
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