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Stati generali sul Diabete. Schillaci: “In prevenzione i soldi meglio spesi. Investire risorse Pnrr in telemedicina contro inaccettabili disparità accesso cure”
“Credo che il capitolo del Pnrr dedicato alla telemedicina possa rappresentare veramente un modo per superare queste differenze, che non sono solo tra Nord e Sud, ma persistono anche tra chi abita in una grande città e in un piccolo centro, o chi risiede in una zona geograficamente meno semplice, penso ai tanti piccoli comuni che si trovano all'interno della nostra Penisola”
14 MAR - “Il diabete e le malattie croniche non trasmissibili rappresentano veramente la sfida per una nazione come l'Italia, che ha il vantaggio di avere una popolazione particolarmente longeva. Ma noi, oltre a sperare che gli italiani vivano di più, vorremmo anche che passassero gli anni in buone condizioni di salute”. Nella Penisola “sono quasi 4 milioni i pazienti affetti da diabete e molti altri sono quelli che non sanno di averlo. E' un quadro epidemiologico complesso, dovuto sicuramente a stili di vita non corretti”, dall'alimentazione alla sedentarietà. “C'è il nostro impegno massimo a far sì che l'attenzione verso i corretti stili di vita venga portata ai ragazzi fin dalle scuole elementari e credo che l'azione più importante sia quella di migliorare la prevenzione“. E' uno degli aspetti che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha voluto evidenziare parlando agli Stati generali sul diabete, in corso a Monte Porzio Catone (Roma). "Investire in prevenzione - ha sottolineato - vuol dire investire e non spendere".

“E' proprio un paradigma che va cambiato - ha aggiunto il ministro - I soldi messi sulla prevenzione sono i soldi meglio spesi, perché permettono intanto ai cittadini di stare meglio, e poi permettono ai sistemi sanitari anche di risparmiare”. Il diabete e le malattie croniche non trasmissibili sono “una priorità globale a livello mondiale che interessa tutti i sistemi sanitari, e devo dire purtroppo” che sono “in costante crescita anche nelle nazioni con un basso e medio reddito. Ieri ho partecipato alla prima riunione online del G20 Salute, che quest'anno si terrà in Brasile, e c'è grande attenzione da parte di tutti, ovviamente, anche alle malattie che stanno condizionando la crescita dei servizi sanitari dei Paesi con maggiori difficoltà. Qualunque sistema sanitario come il nostro - ha proseguito Schillaci - con una popolazione che cresce continuamente dal punto di vista dell'età, è ovvio che non può fare a meno della prevenzione. Noi ci siamo impegnati da subito a promuovere una corretta alimentazione. Ricordo la dieta mediterranea italiana e poi un'attività fisica continua. Questo serve veramente a tutti e serve al sistema sanitario nazionale. Dobbiamo garantire l'accesso ai servizi sanitari alle persone che convivono con il diabete o che sono a rischio di diabete, dobbiamo ridurre il peso di questa malattia sulla singola persona, sui familiari, sul contesto sociale”.

“Colgo le raccomandazioni” sul fatto che “purtroppo in Italia ci sono ancora tante disuguaglianze nell'accesso alle cure. Credo che il capitolo del Pnrr dedicato alla telemedicina possa rappresentare veramente un modo per superare queste differenze, che non sono solo tra Nord e Sud, ma persistono anche tra chi abita in una grande città e in un piccolo centro, o chi risiede in una zona geograficamente meno semplice, penso ai tanti piccoli comuni che si trovano all'interno della nostra Penisola. Sono per questo fortemente convinto che i soldi impiegati per la telemedicina servono soprattutto per cercare di superare le tante, troppe inaccettabili disuguaglianze che ancora ci sono. Vogliamo far sì che questa attività, anche verso il diabete, raggiunga soprattutto le persone più vulnerabili - ha spiegato il ministro - Dobbiamo contrastare le disuguaglianze sanitarie e far sì che ci sia parità e uguaglianza non solo di cure, ma anche di informazioni. Le persone che hanno una minore scolarità sono quelle che poi hanno più frequentemente il diabete, e questo mi fa pensare quanto sia importante che tutti ricevano delle corrette informazioni. Vorremmo anche avere politiche intersettoriali per sviluppare delle sinergie multidisciplinari tra tanti settori, e l'opportunità della salute anche negli ambienti di vita e di lavoro”.

E' una strategia, ha aggiunto Schillaci, “che è anche al centro del Piano nazionale della prevenzione 2020-2025. Attualmente è in corso il monitoraggio delle attività di prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili realizzate attraverso i Piani regionali della prevenzione e siamo fiduciosi che le Regioni completeranno l'invio della documentazione relativa al 2023 entro la fine di questo mese. E siamo al lavoro per definire una piattaforma informatica e il disciplinare tecnico per la realizzazione di un Registro nazionale diabete. Per quanto riguarda l'accesso alle prestazioni sanitarie, l'Italia ha una rete capillare importante di centri e servizi di diabetologia. Tante volte mi spiace che si parli male del Servizio sanitario nazionale. Se si guardano i dati Ocse ci si rende conto come sia ai primi posti su alcune prestazioni delicate per i tempi di attesa. Non è sempre vero che il nostro sistema nazionale è così mal ridotto come viene descritto. E' chiaro che va migliorato e implementato, ma va riconosciuta agli operatori sanitari in primis una grande professionalità che permette tante volte, con il loro sacrificio, di superare le difficoltà organizzative che magari incontrano soprattutto, mi dispiace dirlo, in alcune regioni e alcuni contesti. Questa rete va ulteriormente valorizzata e integrata anche per avere una presa in carico dei pazienti sempre più tempestiva e adeguata - ha proseguito Schillaci - La presa in carico rappresenta un momento cruciale non solo per le persone con il diabete, ma per tutte le persone che si recano nelle strutture ospedaliere”, per “avere qualcuno che li segue durante i follow-up della malattia una volta che è stata diagnosticata. Si faceva riferimento anche alla formazione di operatori sanitari dedicati al diabete e credo che sia assolutamente importante. La presa in carico assistenziale può rendere più efficiente la sanità pubblica, che vogliamo riorganizzare. E bisogna ovviamente puntare sulla medicina territoriale”.

In questo quadro, ha concluso il ministro, "un ruolo importante lo devono giocare le nuove tecnologie digitali e la telemedicina" a cui, "anche con il particolare contributo di Agenas, diamo una particolare importanza per cercare veramente di risolvere le disuguaglianze. Sono azioni centrali per migliorare i livelli dell’offerta sanitaria, per favorire veramente una maggiore accessibilità e più equa al nostro Ssn".
14 marzo 2024
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