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Convegno Cybermedicine. Mandelli: “Infrastrutture tecnologiche antiquate”
Abbiamo un sistema tecnologico antiquato e le riforme che vogliono faro essendo a costo zero, sono delle non riforme. Questo il senso dell’intervento di Mandelli, al convegno sulle Cybermedicine organizzato dalla Fnomceo, che ha formulato una proposta “integrare l’operatività del farmacista con quella del medico” 
01 OTT - Cybermedicine, ovvero l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei processi decisionali del Sistema sanitario e nelle cure dei pazienti. Su questo si sono confrontati lo scorso fine settimana a Padova in un convegno organizzato dalla Fnomceo: medici, rappresentanti del ministero della Salute, del Cnr, giuristi, rappresentanti degli Ordini e Collegi delle professioni e dei sindacati medici, oltre che della comunicazione.
 
Una due giorni per confrontarsi sul connubio tra internet e sanità, un tema certamente non nuovo, ma tornato di grande attualità in queste settimane in cui si è in attesa che il governo elabori un provvedimento sull’agenda digitale che dovrebbe contenere anche una norma sul fascicolo sanitario elettronico.
 
Molteplici sono gli aspetti coinvolti nel rapporto tra la rete e la sanità: la diagnosi, le terapie, lo scambio di informazioni e dati e la comunicazione. Tutti processi raccolti nel termine “Cybermedicine” che indica i rapporti non sempre facili tra la medicina e il web.
 
Grande protagonista di questo processo è naturalmente anche la farmacia. Proprio del sistema informatico utilizzato dalle farmacie ha parlato Andrea Mandelli, presidente della Fofi, nel corso della tavola rotonda che ha sviscerato l’integrazione di ruoli e processi in sanità attraverso l’Ict (Information & Communication Technology).
 
“Le farmacie – ha spiegato Andrea Mandelli – hanno un sistema informatico ben sviluppato con il quale lavoriamo. È vero il paziente ha una ridondanza di informazioni – ha confermato Mandelli una delle preoccupazioni emerse nel corso dei lavori – ma la mia proposta è integrare l’operatività del farmacista con quella del medico”.
 
“Noi e voi – è stato l’invito del presidente della Fofi rivolto ai medici in sala – dobbiamo andare in parallelo per dare una svolta importante. Il problema è però lo stato del Paese” e dicendo questo Mandelli ha ricordato come purtroppo “le infrastrutture tecnologiche sono antiquate e le riforme che si vogliono fare sono a costo zero e quindi sono non riforme”.
 
Obiettivo, ha concluso Mandelli, è che “ognuno nel proprio ruolo, medici da un lato e farmacisti dall’altro, facciano il bene del paziente”.
 
“Le Ict – ha spiegato Maurizio Benato, presidente Omceo di Padova che ha fortemente voluto questo appuntamento – sono entrate prepotentemente a far parte della nostra professione e della nostra sanità. La rete informatica oggi trascina, condiziona, integra, condivide l’informazione, configurando una compenetrazione tra ambiti un tempo separati. I sistemi sanitari, i decisori politici, le tecnologie, la ricerca, la diagnosi, la cura, le questioni economiche si incontrano, si intrecciano, si coinvolgono a vicenda, dando origine a una nuova categoria concettuale della medicina: la cybermedicine, appunto. Una categoria concettuale che non solo definisce un nuovo modo di intendere la medicina e la sanità, ma a sua volta le modifica, in termini bioetici, filosofici, scientifici, applicativi. Per questo, la Fnomceo ha voluto un incontro tra tutti gli attori coinvolti in questo processo per analizzare il fenomeno e per partecipare a un cambiamento che non potrà non vedere coinvolto anche il Codice Deontologico”.
 
Le conclusioni del Convegno al presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco “abbiamo affrontato il tema dell’Ict in sanità partendo dai capisaldi della metodologia scientifica e lo abbiamo dipanato. Sul piano tecnico professionale, portare la rivoluzione nella professione, nella cultura, negli aspetti deontologici è quello che faremo. Questa è la cosa più forte che possiamo fare in questo momento. Ci sono delle sfide che sono epidemiologiche, nell’approccio e nelle metodologie. La sfida – ha concluso Bianco – intessere la trama della persona nelle sue molecole. L’Itc dovrebbe decostruire e ricomporre”  
01 ottobre 2012
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